Uno di questi giorni nel confinamento per l'epidemia ho ritrovato una medaglia di S. Benedetto di Claudio Pastro, un grande artista brasiliano scomparso da qualche anno che si era dedicato al sacro lavorando in Brasile, Belgio, Portogallo, Germania ed Argentina. Aveva spaziato in diverse tecniche artistiche come la pittura, vetro, scultura, ceramica.

L'opera è una medaglia commemorativa per ricordare S. Benedetto nella ricorrenza dei 1500 anni (480 - 1980) fusa in bronzo senza una tiratura dichiarata per la comunità benedettina, misura 35 mm x 33 mm. Il fronte è il santo benedicente alludendo alla Trinità, piedi scalzi, guardato dall'alto con la regola "Ut sequatur Christum", il retro è la preghiera esorcista "Crux Sacra sit mihi Lux, non draco sit mihi dux".

Cosa la rende diversa dall'arte sacra popolare? L'esegesi. Dunque quello che sembra un decoro, un vezzo è invece apostolato, catechesi. Guardiamo questo piccolo esempio che ha una densità di messaggi da perdersi per delle ore ad interpretarli. Nella ricerca artistica non c'è solo il bello in se ma la cosa più importante è cosa si trasmette.

Purtroppo nei nostri giorni abbiamo perso la capacità di lettura dei testi antichi dando significati errati alle parole generando sofismi e non è diverso per le opere d'arte. Diciamo che sono molto belle ma non abbiamo l'idea del loro significato, cosa ormai ristretta agli studiosi, ma che un tempo era fatta appositamente per la comprensione popolare.

 

 

Antonio Salvador

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