In questo periodo di emergenza sanitaria globale, tutti noi, anche se inconsapevolmente, siamo venuti a contatto con il vasto mondo archivistico nelle forme più immediate che esso presenta grazie agli attuali sviluppi della tecnologia, come i data base internet, le raccolte multimediali et similia. Quello che appariva distante anni luce dalla quotidianità e relegato al mondo degli “intellettuali”, è stato mostrato ai più, e le stesse Istituzioni culturali, pubbliche o private, hanno compreso che le persone sono disponibili ad apprendere e conoscere sempre di più del patrimonio che si cela agli occhi comuni e di cui si riesce finalmente ad usufruire telematicamente. Ovviamente questo deve essere solo un primo passo dell’approccio verso le “carte”, che inevitabilmente devono essere toccate, annusate, osservate da vicino per assorbire ognuno di quei piccoli dettagli che fanno la differenza sia per chi le studia che per chi le sta osservando da “turista” della cultura. Per far questo, tuttavia, bisogna anche essere consapevoli che il concetto di Archivio a cui ci si riferisce non è più quello del passato ed è, al contrario, totalmente immerso nella realtà contemporanea.

Infatti, il concetto di Archivio, specificamente e più frequentemente interpretato come “Istituzione Archivio”, è di certo uno dei più antichi, che ha accompagnato (ed influito) lo sviluppo della società umana e parallelamente la nozione di pubblico e di Stato nel corso della storia: partendo dai Sumeri (ad essi risalgono le prime testimonianze di archivio), passando per gli archivi reali di Ebla in Siria (III millennio a.c.) e per gli Assiri (tavolette di argilla dell'archivio reale VII secolo a.c.), arrivando agli antichi Greci e Latini, dove emergeva il suo carattere “sacrale”, attraversando il Medioevo dove si assiste ad una fase di passaggio di estremo rilievo, fino alle moderne concezioni laiche e stataliste, dove si ritrova addirittura pienamente inserito nella grande costruzione della Pubblica Amministrazione.

Si può quindi affermare, fuori da ogni dubbio, che mille sono le sfaccettature di quest’istituto già definito nella sua generalità e funzionalità dal Casanova (1928) <<raccolta ordinata degli atti di un ente o individuo, costituitasi durante lo svolgimento della sua attività e conservata per il conseguimento degli scopi politici, giuridici e culturali di quell’ente o individuo>>, e che ha sempre rivestito un ruolo di primo piano nelle vicende socio-politico-economiche di qualsiasi Paese.

Tutto ciò è ben chiaro a tutti i ricercatori che apprestandosi allo studio del concetto e dell’istituzione Archivio, vengono a toccare inevitabilmente tutti gli ambiti in cui lo stesso si districa, come la “Storia delle Istituzioni” di cui esso è tipica espressione, i rapporti con le articolazioni dello Stato ed i numerosissimi istituti che lo compongono, la conseguente applicazione ai documenti che ad esso pervengono di discipline quali quella della “privacy” (D.lgs. 196/2013 come da ultimo modificato dal D.lgs. 51/2018), di leggi speciali, di pubblica sicurezza come il T.U.L.P.S., nonché la disciplina stessa a cui esso è soggetto come il “Codice dei beni culturali e del paesaggio” (D.lgs. 42/2004, modificato da ultimo dalla L. 205/2017 ) e le numerose altre norme che lo vengono ad interessare come il CAD, Codice dell’Amministrazione Digitale (D.l. 82/2005, modificato da ultimo dal D.lgs. 217/2017), il “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa” (DPR 445/2000, modificato da ultimo dal D.lgs. 154/2013), le “Norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi” (L. 241/1190 aggiornata dal D.lgs. 104/2017): tutto ciò solo per rimanere in ambito italiano. Infatti a ciò si aggiunga necessariamente la sfera del diritto soprastatuale e l’organizzazione archivistica che in essa si è formata (da parte delle organizzazioni internazionali), che induce necessariamente ad avere una visione di tipo comparatistico che tenga conto anche dell’organizzazione legislativa e fattuale elaborata dagli altri Paesi. Naturale conseguenza è come l'archivio sia sempre stato costantemente presente, anche se in modi e forme distinte, in tutte le società, muovendosi probabilmente sul “fil rouge” dell'esigenza della memoria.

Consapevoli di tutti questi aspetti, è necessario, come sta avvenendo anche in molti Archivi di Stato italiani, ripensare il modo di approcciarsi al soggetto fruitore, che, come l’archivio stesso, segue i tempi e pretende che il tutto gli venga presentato anche in un linguaggio vicino al lessico quotidiano, quindi più accessibile, ma allo stesso tempo che riesca a far trasparire l’interdisciplinarietà del concetto di archivio e della sua importanza per il passato ed il futuro. 

Gli studiosi e gli addetti sono quindi chiamati a difficili e nuovi compiti, oltre a quello esposto nelle righe precedenti, a quello di districarsi anche in una normativa sempre più complessa ed interconnessa che richiede non più una sola conoscenza dell’istituto, ma del diritto in genere. Il futuro per gli archivi è arrivato, noi ci siamo?  

 

Francesco Gallo

Telegram
Facebook
Instagram
LinkedIn
Youtube