Willy Monteiro Duarte, il 21enne di origini capoverdiane voleva diventare da grande un calciatore della Roma calcio e la società ora gli augura di riposare in pace.

La colpa di Willy è stata quella di aiutare un suo amico aggredito da quattro persone note per la loro violenza, si tratta dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi, rispettivamente di 24 e 26 anni, di Mario Pincarelli di 22, e di Francesco Belleggia di 23, tutti residenti ad Artena e già noti alle forze dell'ordine.

I fratelli Bianchi vengono descritti come due ragazzi con un'ossessione per la famiglia, pari solo a quella per le arti marziali. Una violenza, che i due sfogavano nell'MMA, una disciplina di arti marziali miste nella quale si fa largo uso di pugni e calci.

Luca Di Tullio è l'istruttore della MMA Academy di Lariano, palestra dove si allenavano ha dichiarato: "Gabriele non si allenava più con noi da tre anni, era passato al pugilato mentre Marco aveva combattuto fino a dicembre, poi dopo il Covid non era più tornato". Parlando di Willy l'istruttore si commuove, lo chiama "bambino", e ripete che "non doveva morire così". Provato, probabilmente, anche dai tantissimi attacchi che la sua palestra ha ricevuto sui social, additata come complice della violenza dei due aggressori. "Mi attaccano tutti ma io non sono il maestro dei killer, io insegno la disciplina", ripete tra le lacrime.

Spavaldi, spietati, feroci e temuti da tutti. Questi sono i quattro componenti della banda di Artena, piccolo centro romano, al confine con la provincia di Latina e vicino a quella di Frosinone.

Un gruppo di ragazzi che avrebbe aggredito in passato anche un addetto alla sicurezza dell'outlet di Valmontone e che ad agosto aveva colpito anche un vigile urbano che cercava di far rispettare le misure anti-Covid.

Dopo l'aggressione i quattro assieme a un quinto giovane sono andati a sedersi in un locale a bere birra, per poi essere bloccati e portati in caserma. 

La causa dell'aggressione sarebbe riconducibile ad un like ad una ragazza.

Francesco stava discutendo con alcune persone e ha tirato un pugno in faccia a qualcuno. Dopodiché Mario gli è andato dietro e ha tirato un altro pugno. Poi sono scappati e hanno chiamato Marco e Gabriele. Quando sono arrivati a piazza Italia, Willy stava salendo in macchina. Il tutto è durato circa dieci secondi, sono scesi dall'auto e hanno menato tutti quelli che si sono trovati davanti.

Il racconto di Federico Zurma, l’amico che Willy ha tentato di difendere venendo per questo massacrato di botte e ucciso a Colleferro: 

"Si è messo tra me e loro. Mi stavano picchiando quando ho visto Willy. Ha cercato di mettere pace. Ma hanno iniziato a picchiarlo in quattro. Uno di loro lo ha colpito con un calcio micidiale alla pancia. Willy è rimbalzato a terra, facendosi forza sulle braccia ha provato a rialzarsi, ma quello gli ha subito sferrato un pugno sulla testa, atterrandolo. La discussione tra me e loro è cominciata nella pizzeria ‘Duedipicche', poi è proseguita sulle scale davanti al locale e infine nel giardino di fronte Quando eravamo lì è passato Willy con altri suoi tre amici di Paliano".

La morte di Willy è stata causata dalle arti marziali miste, dal like o dalla furia omicida degli aggressori? Sui social c'è molta confusione, sicuramente chi combatte e si allena può infliggere colpi letali ma la MMA è distante da questo episodio, infatti l'istruttore è molto addolorato.

Un like su un social può scatenare una reazione di questo tipo? Sicuramente c'è una sproporzione evidente tra il fatto avvenuto e la reazione degli aggressori, non c'è alcuna giustificazione.

Un concorso di cause concomitanti che ha portato all'uccisione di Willy, la sua morte possa diventare un monito alle autorità competenti per contrastare ancora di più il bullismo.

 

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Paolo Marraffa

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