Eterno

Solo con l’arte si resta immortali.
Vivendo eternamente vittime di una lotta intestina.
Logorando la mente affliggendo il corpo.
Sbattendo le ali sulle pareti di vetro lei mi disse:
“ Per sempre insieme”
Per sempre ? Come ipotecare l’infinito?
Giurare su ciò che non conosci.
Passando il tempo, l’ombra del ragazzo che ero,
il tramonto dei suoi ideali,
materializzato nelle ceneri dell’uomo che sono.
Dopo anni si giudica la storia, per sempre!
L’amico non è sempre l’amico.
Il bambino diventa uomo,
il figlio padre,
il verme farfalla
il cadavere spirito,
i soldi povertà
tu per me nulla,
io per te indifferente.
Allora era il momento, allora eravamo persone.
Sul sempre non giurare mai

 

Io ero il mondo

Amore ti sei spenta
Prima della mia venuta al mondo
Ma io ero con te quando apristi le ali al celo
Io ero il vento che
Ti sussurrava amore,
Io ero il sole che per te pregava
Io ero il lenzuolo
Che ti riscaldava
Io ero l'aria che tu respiravi
Io ero seduto vicino
A te che pativi
E a poco a poco cessavi
Tu morivi e davanti
A te la gente dava
Mesti adii; ma non io
Io ti prendevo per le mani;
Ti portavo in cielo
Tra le bianche nubi
E danzammo nell'aria e fu
Cosi lunga la nostra danza
Che comparvero le stelle
Ed allora salimmo su
Per il firmamento
Riscaldati dagli astri
E illuminati dalla luna
I tuoi occhi divennero
Di una fulgida tristezza
Che commossero i miei
E quindi, ti affidai
Alla Fonte dell’Essere
Che ti prese fra
Le braccia mentre
Io tornavo ad essere
L'astro, il vento,
Il lenzuolo e quindi
Il nulla.

 

Ebro di poesia

Ho passato notti,
alberghi, scrutato stelle attendendo,
uno spiraglio,
un segnale dall’infinito
che mi portasse a pensare
a decidere il corso del mio cammino
a trovare un motivo per fare questa o altra scelta.
Non è venuta la Fenice,
Non è apparso il disegno di fiume
Non sono giunti astri ad indicarmi un significato universale.
Ed ho così scelto di camminare cieco sopra
Di un pavimento intangibile
Che si sporge su di una foresta incantata la cui immagine
E’ quella sfocata che può giungere solo dagli occhi di chi
È ebbro del nettare della poesia,
che pervade il corpo di torpore; che
fa esplodere la testa di dolore.
Getta il possente corpo del guerriero
In preda a devastanti convulsioni
Sopra un letto sospeso tra
Terra e universo

 

Alessandro Scipioni

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