L’iniziativa consiste nella visita guidata alla mostra in corso a Castel Caldes “La Collezione Cavallini Sgarbi” dove saranno presenti rappresentanti del mondo economico, imprenditoriale e istituzione Trentino.
Al termine della visita guidata e all’esterno della struttura museale con accesso libero al pubblico sarà presentato il libro “L'alba del Rinascimento ovvero il Dolce Stil Novo” di Paolo Erasmo Mangiante.
L’autore affronta il complesso fenomeno, tutto italiano, del precoce risveglio della letteratura e delle arti nella penisola italiana sin dall’epoca del disgregamento del Regno Italico e del dominio bizantino, espressione di quella società aristocratico-mercantile che contribuirà alla formazione delle Città stato nell’Italia centro settentrionale e all’illuminato stato federiciano, e poi angioino nel sud Italia, cui si può dare nome di Primo Rinascimento o di “Dolce stil nuovo”, creando i prodromi, dopo la crisi demografica e artistica dovuta a metà Trecento agli effetti devastanti della peste nera, della seconda grande fioritura rinascimentale, che fino ad oggi viene considerato come il Rinascimento vero e proprio, ma che in fondo non è che la continuazione di un processo di rinnovamento iniziatosi e sviluppatosi due secoli prima.
In particolare si sottolinea la fondamentale importanza dell’arte bizantina e dell’arte classica come matrici del rinnovamento italiano, lasciando al gotico di oltre alpe un ruolo secondario e non sempre determinante come vuole il Vasari, pur riconoscendogli in taluni casi, come in Giovanni Pisano e più tardi nell’arte cortese, un apporto artisticamente rilevante.
Paolo Erasmo Mangiante è nato a Genova nel 1937. Si è laureato in Medicina e Chirurgia e come Professore ordinario di Chirurgia Maxillo facciale ha diretto l’Istitituto di Clinica Odontoiatrica e poi il Dipartimento di scienze biofisiche, mediche e odontostomatologiche dell’Università di Genova, conseguendo notevoli risultati scientifici, clinici in ambito internazionale. Tutto ciò non lo ha distolto dallo svolgere un’intensa attività letteraria con articoli giornalistici e la pubblicazione di due romanzi L’albero del barbagianni e Per amore e per rabbia che hanno ottenuto un notevole successo di critica e di pubblico, e vincitori di numerosi Premi letterari.
Come critico d’arte ha pubblicato in Italia e in Spagna le seguenti monografie Goya e l’Italia (1992), Goya e Italia (2008) e Goya attraverso i suoi autoritratti(2015), oltre a numerosi articoli su riviste italiane e spagnole e interventi personali in diverse Convegni in Italia e all’Estero.
Ha promosso inoltre numerose Mostre d’arte di artisti moderni e contemporanei e organizzato e curato per diversi anni il “Festival della musica classica genovese, dei suoi luoghi e committenze” (2005, 2006, 2007).
L’IMPORTANZA DEL RINASCIMENTO
Il Dolce Stil Novo, chiamato anche con l’espressione Primo Rinascimento, fu un periodo straordinario caratterizzato dalla creatività e dalla grande innovazione culturale: è merito dello scrittore Paolo Erasmo Mangiante aver effettuato un importante studio sul precoce risveglio della letteratura e delle arti nella penisola italiana sin dall'epoca del disgregamento del Regno Italico e del dominio bizantino, espressione di quella società aristocratico-mercantile che contribuirà alla formazione delle Città stato nell'Italia centro settentrionale e all'illuminato stato federiciano, e poi angioino nel sud Italia. Questo Primo Rinascimento fu il precursore del Rinascimento vero e proprio, dove vi fu la riscoperta del mondo classico e l’affermazione degli intellettuali. Se l’Umanesimo, a cui il Rinascimento è legato, poneva l’enfasi sulla centralità dell’uomo nella storia e nel cosmo (la riscoperta della cultura greco-romana attraverso gli studia humanitatis); il Rinascimento, invece, optò per un capovolgimento culturale, sociale e politico, sganciandosi ai pesanti vincoli posti dai ‘ceppi’ medievali che relegavano l’uomo ai margini della Natura e ponevano. In tale ottica, assumendo come punto di riferimento i modelli della cultura greco-romana, si affermò la centralità dell’uomo nel cosmo, il valore intrinseco della dignità della natura umana fino alla capacità del genio creatore di dare nuove forme all’esaltazione del bello. La filosofia, con la riscoperta anzitutto dell’opera di Platone, fu uno degli specchi privilegiati della coscienza umanistica.
L’ARTE IN BREVE
L’arte, ma anche la poesia, fin dai tempi più antichi, hanno rappresentato, di fatto, l’espressione più alta e sublime dei sentimenti e delle emozioni umane. Aristotele, battezzato come uno dei pilastri del pensiero filosofico dell’età antica, nel celebre trattato intitolato La Poetica, definiva la poesia come l’espressione più alta e pura della vera universalità insita nell’essenza della natura umana. La sua grande unicità, che era al contempo l’espressione più semplice e pura della ‘positività del reale’ che entrava in connessione con le varie parti che andavano a comporre il cosmo, era rappresentata dalla sua grande importanza che rivestiva a livello educativo: essa aveva una grande funzione sociale e religiosa. L’arte ci parla della bellezza del creato e delle sue laceranti contraddizioni; dell’esaltazione del sentimento e delle emozioni umane; degli ‘eroici furori’ di ogni esperienza conoscitiva umana, passando per la morte, che assume una nuova veste: quella di liberazione da un mondo di sofferenza e dolore. Ma la stessa morte, di converso, svuota l’arte dal suo ruolo originario: quello di esaltazione della condizione di fragilità in cui versa la natura umana corrotta e ottenebrata dal peccato.
LA STRAORDINARIA FIGURA DELL’ARTISTA
In tale ottica, l’artista si fa carico di tutte le sofferenze di un’umanità afflitta e lacerata sia nel corpo che nello spirito da un eterno ritorno di dolore e strazio che non lascia scampo ad ogni individuo che vive la sua condizione di fragilità nel mondo. Quasi come a volersi domandare se l'uomo di domani, di un potrà risolvere le laceranti contraddizioni in cui si dibatte fin dal primo giorno della Creazione. L’artista è investito di una grande responsabilità: quella di indirizzare la natura umana verso la sua completa realizzazione spirituale. Egli farà da tramite tra l’uomo e Dio, quindi, tra il ‘piccolo assoluto’ e il ‘grande assoluto’, in cui essenza ed esistenza coincidono in sommo grado. Il lavoro del poeta è arduo e rischioso: nel cercare affannosamente di farci riacquisire la nostra condizione di “verginità” originaria, può correre il rischio di annullare se stesso per il bene e il progresso dell’umanità. Questo sacrificio eroico rappresenta il grande senso di responsabilità a cui è chiamato ogni artista il solo che, a differenza di ogni altra creatura, è conscio di essere padrone della sua sorte e, allo stesso tempo, di essere depositario di un destino che lui solo può vantare con la sua produzione artistica. Forse è vero che l’artista ignorerà mal volentieri il suo destinatario per riconnettere quella stessa singolarità all’interno di una concezione olistica più ampia, ossia: quella dell’orizzonte degli eventi della totalità. Essere artisti è riscoprire il valore della nostra interiorità, luogo privilegiato di contemplazione e incontro intimo con Dio. Ogni atto della natura, anche il più insospettabile, è il segno tangibile e veritiero della presenza costante del Padre Celeste nella nostra vita. Attraverso la l’arte è possibile anche riscoprire il valore della nostra dimensione di eterni fanciulli che amano curiosare, osservare e chiedersi il perché delle cose. E’ come sentirsi ricercatori che, attraverso l’intuizione del genio creatore, cercano di capire cosa c’è dietro un’azione, a un oggetto, a un movimento che si cela dietro la realtà. L’arte dello «scarto» tanto propugnata da papa Francesco ci insegna ad affidarci a Cristo attraverso il dono della fede e, solo vivendo in modo pieno la fede, possiamo lodare Dio e affidare a Lui le nostre speranze.
DUE PAROLE SULLA TOTA PULCHRA
Questa è anche la missione dell’associazione di promozione delle Arti Tota Pulchra, nata l’8 maggio del 2016, e di cui rivesto la carica di presidente. La sua primaria finalità è quella di dare ospitalità e spazio agli artisti, specialmente ai più giovani e/o bisognosi, aiutandoli ad esprimere la propria arte e, al contempo, organizzando e promuovendo eventi (mostre, feste, esibizioni e concorsi) anche in collaborazione con altri enti, organismi ed associazioni di carattere nazionale ed internazionale che condividano gli stessi obiettivi. Tota Pulchra, ossia “tutta bella”, è l’acronimo della Vergine Maria e uno degli inni più belli e noti sulla figura dell’Immacolata Concezione. Compito dell’Associazione, quindi, è proprio quello di onorare la bellezza dell’arte in quanto manifestazione della Luce Divina nelle potenzialità dell’uomo promuovendo e diffondendo, mediante il movimento artistico, i caratteri propri e originali della cultura cristiana.
BREVISSIMO ACCENNO SUL LIBRO
Qualche anno fa, spinto dal desiderio di unire in un magico connubio teologia e arte, ho scritto un libro dal titolo: Benedetto XVI. L’arte è una porta verso l’infinito. Teologia Estetica per un Nuovo Rinascimento, un volume che è un omaggio al papa emerito Benedetto XVI e che raccoglie le riflessioni dei pontefici del secondo ‘900 sull’arte e sulla via pulchritudinis.
Tota Pulchra: Associazione per la promozione sociale
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