Il 29 agosto 2019 si è concluso il Festival del cinema e dei libri all’Isola Tiberina. E’ stato presentato il libro dell’attrice Isabel Russinova “La regina delle rose” Armando Curcio Editore. Erano presenti i direttori artistici Giovanni Fabiano e Maria Castaldo. Moderatore dell’evento Gianni Todini vicedirettore di Askanews. Isabel Russinova narra la storia della principessa Giovanna (figlia del re Vittorio Emanuele III di Italia) e Boris III di Bulgaria. Una storia appassionante e commovente nella quale ricordi, politica e Seconda Guerra Mondiale si intrecciano. La storia di un re e una regina che hanno amato con tutta la loro anima e il loro cuore il popolo bulgaro. L’amore per la propria gente porta anche a decisioni coraggiose. Ad esempio il salvataggio degli ebrei bulgari dalla deportazione. Boris e Giovanna hanno contribuito allo sviluppo del paese costruendo chiese, ospedali e scuole. Soprattutto la forza della fede e della preghiera è sempre molto viva in loro. La preghiera che aiuta ad affrontare i momenti più duri, bui e genera il coraggio per prendere le decisioni più importanti.
Isabel Russinova (Maria Isabella Cociani, Sofia, 20 gennaio 1958) è attrice e conduttrice televisiva, ex modella e cantante italiana.
Quali sono stati i suoi esordi nel cinema?
Ho esordito nel cinema con un film sia per il cinema che per la televisione, uno dei primi esperimenti che aveva fatto la Rai negli anni 80. Un film diretto da Salvatore Nocita grande maestro dello sceneggiato televisivo si chiamava “Un delitto”. Da allora ho lavorato con molti autori di cinema e di televisione nazionali e internazionali come Tessari, Risi, Ponzi, Ferrara, Steno, i fratelli Vanzina, Lizzani. Era un’epoca in cui il cinema stava passando dal Neorealismo alla Commedia all’Italiana. Io ho vissuto questo passaggio. E’ stato importante per me misurarmi con questi registi perché poi mi ha portato a costruire un percorso mio da autrice. Tutto quello che un artista riesce a raccontare attraverso le sue esperienze e i suoi ricordi è un arricchire il futuro.
Quale è la scena dove ha recitato che Le è rimasta più nel cuore?
Ho amato tutti i film che ho fatto. Ho sempre cercato di nobilitarli al massimo per quello che potevo. Metterci qualcosa di più, qualcosa di mio. Penso a “L’ultimo re” di Aurelio Grimaldi (2009) tratto da “I troiani” di Seneca dove io ho interpretato Andromaca, ed è stato uno dei momenti più belli per me, come persona. Sono stata impegnata nella ricerca e nello studio del testo del personaggio, nella scrittura della sceneggiatura. Personaggi che trasmettono una energia che dal niente riesce a creare un prodotto.
Perché ha scritto il libro “La regina delle rose”?
Volevo scrivere una storia che ricordasse, omaggiasse mia madre. Lei ha vissuto molte delle vicende raccontate nella storia. Protagonista di chi ha vissuto quella storia. Mi ha raccontato questa storia quando ero bambina perché desiderava che si tramandasse, tornasse, passasse alle nuove generazioni. La finalità di questo libro è anche quella di imparare a conoscere la Bulgaria, le sue tradizioni e i suoi valori. Scoprire i segreti di questo paese.
Quali sono i più bei ricordi di sua madre?
Adoravo ascoltare i racconti di mia madre la sera. Mia madre era una mamma fata. Riusciva a superare con positività anche i momenti più difficili, anche la guerra. Ogni racconto era una perla di saggezza e di amore che entrava dentro di me.
Quali sono i progetti per il futuro?
Sto lavorando su diversi progetti. Mi piacerebbe realizzare “La regina delle rose” come progetto filmico. Poi sto scrivendo altri testi su personaggi femminili. Sono le donne della nostra storia che mi affascinano, mi interessano. Sto studiando il personaggio di Zita d’Austria una delle grandi donne protagoniste del secolo scorso con la sua intelligenza, sensibilità e conoscenza.