La serata del 10 luglio 2020 è stata un'occasione per vivere le radici profonde della spiritualità congolese, presente a Roma dal 1994 nella chiesa della Natività a Piazza Pasquino. Evento serale che ospita l’esibizione di due realtà musicali quella del coro Bondeko di Don Pierre Kabongo N’Kishi e Dominika Zamara ospite d’onore dalla Polonia. Un incontro reso possibile dal sodalizio dell’associazione Tota Pulchra presieduta dal Monsignore Jean-Marie Gervais dal 2016 con la comunità congolese.

Un accordo che spesso vede confrontarsi nella stessa serata il coro congolese e musica classica europea, così a voler rafforzare il pensiero del cappellano Don Slylvestre Adesengie quando afferma che la sua chiesa sa raggiungere la prima grande periferia, quella del cuore e la lontananza da Dio che rovina il mondo.

La musica del coro Bondeko ha introdotto nuovamente i concetti fondamentali del Congo attraverso l’uso scelto delle sue parole. Le parole lingata o mangala sono di origine Bantu e sono parlate nella repubblica democratica del Congo. Le espressioni più presenti della lingua lingata sono: boboto-solidarietà, bondeko-amicizia e esengo- pace e gioia.

L’accompagnamento musicale del coro Bondeko è costituito dalle percussioni con Pino Del Zio con cui hanno suonato anche in presenza del Papa, strumenti a corda e elettrici.

Dansi è una musica che matura in ambito rumba congolese, soukous e swahili jazz. Molti sono i riferimenti alla musica dansi nell’incedere lento e melodico accompagnato dalle due coriste.

Sono note quelle congolesi sospese tra speranza e fede.

Chiudendo gli occhi ho ricordato “Stand by me” di Ben E. King con quel forte accenno al basso ottenuto magistralmente da un ispiratissimo Stoller.

La compostezza dei musicisti e la voce soave e calda delle giovani coriste mi hanno portato in Africa con la mente e in quel momento la schiavitù, il razzismo e la guerra sembravano dissolversi con la forza espressiva della musica che eleva le persone attraverso la fede e la speranza.

Dominika Zamara è stato il raggio di sole che con il suo entusiasmo e bravura ha saputo cogliere nuovamente l’invito all’amicizia e alla speranza.

Una partecipazione quella di Dominika Zamara che unisce i popoli. Con lei ho compreso quanto amore e passione c’è tra l’Italia e la Polonia, come la grande amicizia tra Chopin e Bellini.

Dominika Zamara adesso è a Taormina per il Mythos Opera Festival nel ruolo della sacerdotessa dell’opera Aida.

Mi auguro di poter rivivere al più presto queste atmosfere dove la musica crea nuova energia e nuove possibilità di vivere meglio la nostra esistenza.

 

di Valentina Ughetto

 

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