Dalle ali spezzate di Annalisa Durante al diritto alla felicità

Convegni
2019-10-16 11:00
MiBAC Sala della Crociera Roma, Italia

 

Discorso sul progetto: “Il diritto alla felicità e la Meridiana dell’incontro”.

Sono molto entusiasta di essere qui, con voi, oggi, nella splendida Sala Crociera del Ministero dei Beni Culturali per omaggiare la memoria della piccola Annalisa Durante grazie all’instancabile lavoro di Giovanni Durante, del dott. Giuseppe Perna e di tutti coloro che stanno contribuendo, con grande amore, a rendere omaggio alla piccola Annalisa. Prima di parlare del “diritto alla felicità” di ciascuno di noi, vorrei ricordare brevemente il nostro viaggio nella bella città di Napoli proprio per conoscere da vicino questa associazione.

Arrivati a Forcella mi colpì molto l’antico motto del sedile, che portava la scritta: “Ad bene agendum nati sumus” (“Siamo nati per fare il bene”). Questa espressione, che entrò con forza nella mia mente, l’ho ritrovata in tutta la sua bellezza, proprio nelle attività dell’associazione Annalisa Durante che, oltre a conservare la memoria di una giovane ragazzina appena quattordicenne tragicamente strappata alla vita e all’affetto dei suoi cari, rivolge la sua missione a temi cruciali quali: la dispersione scolastica, l’emarginazione sociale, la criminalità organizzata. Grazie all’incontro col padre di Annalisa, noi dell’associazione di promozione delle Arti Tota Pulchra, ci siamo dimostrati fin da subito entusiasti di una collaborazione, per l’appunto, con l’associazione Annalisa Durante.

Un altro momento toccante di quella giornata a Napoli è stato il vedere la biblioteca di inclusione giovanile a “porte aperte”, inaugurata il 22 giugno 2015 grazie al grande desiderio di papà Giannino di aiutare, attraverso il valore inestimabile della cultura, le giovani generazioni future. Biblioteca che si compone di una gran varietà di libri provenienti da ogni parte d’Italia e persino dall’estero (consta di circa 5000 volumi suddivisi in 9 sezioni: “Napoli”; “Legalità”; “Ragazzi”; “Società”; “Storia”; “Prosa”; “Poesia”; “Spiritualità” e “Benessere”). I libri, ed è questa la novità sensazionale, sono tutti ricevuti esclusivamente in dono attraverso l’attività di book-crossing).

In ultimo vorrei spendere due parole su Giovanni Durante, un vero guerriero oltre che un padre eccezionale che, con la nascita di questa miracolosa associazione, ha edificato un monumento alla bellezza, alla vita e alla speranza, tra i più grandi dei nostri giorni. Egli, attraverso la sua testimonianza resa viva nel dolore quotidiano per la perdita della figlia, ci esorta a farci testimoni, portavoce di un impegno esistenziale volto all’edificazione di una nuova socialità, di un nuovo modus operandi che, don Tonino Palmese e l’Assessore Nino Daniele, hanno chiamato spazio comune di responsabilità.

Il 4 luglio 1776 è una data che sancisce la nascita del cosiddetto diritto alla felicità. Leggiamo nella Costituzione Americana: a tutti gli uomini è riconosciuto il diritto alla vita, alla libertà, e al perseguimento della felicità». A cosa si riferisce questa massima? In una società come la nostra, lontana dai bisogni degli individui e caratterizzata la crisi dei valori e dalla perdita della memoria storica e individuale, tale espressione ha perso il suo senso originario, ossia il diritto-dovere di ridurre la quota d’infelicità nel mondo. La felicità di cui parlavano i Padri costituenti non è quella dell’apparire in tv, nel sembrare più prestanti, nel migliorare attraverso l’uso di creme, unguenti e rimedi vari o, in generale, nell’adeguarsi al mondo della pubblicità e dei consumi (il seguire le mode e le tendenze del momento).

No, amici miei, quella non è la vera felicità, ma una felicità effimera, caduca, che ha solo marginalmente la parvenza della vera felicità. Quella di cui parlo io è un’altra felicità, è il dedicarsi con amore, cura e attenzione al prossimo, a chi soffre ingiustamente i mali della vita. Oggi, forse per smisurato egoismo, tendiamo poco o nulla a preoccuparci della felicità degli altri. L’importanza, o l’essenzialità, della felicità nella vita umana non è rimasta solo nella Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America, ma ha trovato accoglienza nell’ambito dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), la cui Assemblea generale, con la Risoluzione A/RES/66/281 ha istituito la “Giornata Internazionale della felicità” che si celebra il 20 marzo di ogni anno.

Il tempo stringe e non vorrei annoiarvi con discorsi storici e giuridici, però voglio lasciarvi con un quesito che forse, in giornate come queste, emerge con maggiore forza: “Non sarebbe auspicabile trasformare il diritto alla felicità da principio astratto a legge di diritto costituzionale?”.

 
Mons. Jean-Marie Gervais

 

 

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