Oggi ricorre il mio onomastico, che sottolineo sempre con puntualità come fosse un secondo compleanno, che si pone esattamente al suo opposto, in pieno inverno, come a mostrare il duplice aspetto di cui siamo fatti e che possiamo decidere di essere.

Mario viene ricordato con la moglie Marta, quasi Mara, per il senso di unità che diedero alla loro vita e che speriamo ci serva da esempio.

Di tutti i Mario che ho incontrato e che vedo anche in giro, vorrei definirli come uomini dalle qualità estreme: se sono buoni e sensibili lo sono infinitamente e se al contrario sono discutibili meglio non averci nulla a che fare.

La memoria va ai Mario che ho conosciuto, la cui allegria è un fattore comune, a quelli che non ho mai visto come mio nonno Mario, a cui va non solo l'onore che si riallaccia con tutti gli antenati ma anche l'impegno di essere una persona all'altezza del compito da svolgere.

Con le opere ma anche con la vita di ogni giorno il mio nome deve raffilare la pietra, al punto da diventare uno specchio e riflettere quello che percepisco e non solo ciò che ho dinanzi.

Il segnale di essere sulla giusta strada lo capirò se le persone, che hanno a che fare con me riescano a vedere la propria immagine, appunto come in uno specchio, ma che riflette non tanto il volto ma il loro animo.

Se possibile santi Mario e Mar(t)a datemi uno sguardo dalla trasparenza del cristallo al punto da illuminare gli uomini autentici e spaventare i finti…

di Mario Vespasiani