“Papa questo progetto mi sta molto a cuore, avvicina l’arte ai senzatetto e oggi è quanto mai necessario far incontrare cultura e società”. “Lo leggerò con molta attenzione”. Si è svolto con questo scambio di battute l’incontro tra Papa Francesco e l’artista ferrarese Mario Tarroni, direttore artistico dell’Associazione culturale “Tota Pulchra”, avvenuto mercoledì 15 febbraio a margine dell’udienza generale presso l’Aula Paolo VI. Dopo aver consegnato a Bergoglio una lettera contenente un progetto che sarà concretizzato dall’Associazione nel nome degli “scartati” come spesso ribadisce il Santo Padre, Mario Tarroni e l’artista umbro Luigi Tosti hanno donato al Papa un’opera di quest’ultimo rimasta esposta presso il Palazzo della Cancelleria in Roma fino a sabato 18 febbraio.

Al centro dell’opera la visione dell’artista che attraverso un percorso espositivo composto da quaranta tavole illustrate ha desiderato coinvolgere il visitatore nella cosiddetta “via pulchritudinis”, via della bellezza, che vede l’uomo fluttuare in un mare bianco verso l’Infinito, e dunque verso Dio. Tosti infatti dando forma al cammino di fede dell’uomo verso una seconda vita che affonda le basi nella realtà, tanto che le opere prendono avvio dalla tecnica della fotografia, ha voluto regalare la tavola dell’“Apocalisse” al Papa per omaggiare l’appoggio che tutti i Pontefici del secondo novecento hanno fornito agli artisti. Da Papa Paolo VI a Benedetto XVI, fino a Francesco, i Papi hanno tutti indistintamente allargato le braccia verso i rappresentanti delle arti di tutto il mondo perché l’arte è uno strumento necessario per l’evangelizzazione dei popoli e delle nazioni.

Lo stesso Papa Francesco lo ha ripetuto in diverse occasioni: “l’arte – scrive Bergoglio nell’introduzione al volume “La mia idea di arte” – oltre a essere un testimone credibile della bellezza del creato, è anche uno strumento di evangelizzazione. Nella Chiesa esiste soprattutto per evangelizzare: attraverso l’arte – la musica, l’architettura, la scultura, la pittura – la Chiesa spiega, interpreta la rivelazione. Guardiamo la Cappella Sistina: cosa ha fatto Michelangelo? Un lavoro di evangelizzazione. Così le cattedrali medievali: il catechismo era nelle sculture di pietra, la gente non sapeva leggere ma osservava le sculture e imparava”. La Chiesa, dunque, per Francesco ha sempre usato l’arte per dimostrare la meraviglia della creazione di Dio e della dignità dell’uomo creato a sua immagine e somiglianza, così come il potere della morte, e la bellezza della risurrezione di Cristo che porta la rinascita in un mondo afflitto dal peccato. La bellezza, osserva il Papa, ci unisce e, come ha detto anche san Giovanni Paolo II, citando Dostoevskij ci salverà. In questo senso essa rappresenta una via per incontrare il Signore ma anche uno strumento di contrasto alla cultura dello scarto.

 

Alessandro Notarnicola

Tota Pulchra: Associazione per la promozione sociale

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