“Benedetto XVI. L’Arte è una porta verso l’infinito. Teologia Estetica per un Nuovo Rinascimento” (edito da Fabrizio Fabbri Editore e Ars Illuminandi, 2017), che sarà presentato al pubblico alle ore 11.00 di sabato 22 aprile presso il Palazzo della Cancelleria, Roma, nasce come omaggio dell’Associazione culturale “Tota Pulchra” a Sua Santità Benedetto XVI che si appresta a varcare la soglia dei suoi primi novant’anni con la medesima fede e lo stesso coraggio che ebbe da ragazzo, quando decise di darsi a Dio per amore dello Stesso perché “egli non toglie nulla, e dona tutto”.
16 Aprile 2017: attesa dal mondo cattolico con infinita gioia e grande affetto è una data che rappresenta l’intero percorso di vita di Joseph Ratzinger, un tempo figlio della Baviera cattolica e oggi amatissimo custode della fede, sempre pronto ad arricchire con grande innovazione e convinzione la Chiesa e l’esperienza umana di ciascun cristiano ponendo al centro di ogni cosa l’imago Dei. Attraversando il corridoio dell’arte mediante una meditata raccolta di dissertazioni di Joseph Ratzinger – Benedetto XVI, monsignor Jean Marie Gervais, prefetto coadiutore del Capitolo Vaticano, membro della Penitenzieria Apostolica e fondatore di “Tota Pulchra”, e il vaticanista Alessandro Notarnicola, hanno desiderato raccogliere le riflessioni dei Pontefici del secondo ‘900 sull’arte e sulla via pulchritudinis. Opera che non sarebbe stata possibile senza gli interventi inediti dell’artista Bruno Ceccobelli, autore delle dieci tavole che frapponendosi tra gli interventi, i discorsi e i messaggi del Papa Emerito, impreziosiscono il volume, e del professore Mariano Apa, che commentando la realizzazione di ciascuna di esse spiega al lettore la raffinata e intima spiritualità di Joseph Ratzinger.
“Le pagine di questo volume hanno come filo costante questo messaggio: ascoltiamo, meditiamo e, soprattutto, cerchiamo la vera bellezza. Il mondo di oggi ha urgentemente bisogno di persone veramente belle e non di maschere che prima seducono e poi amaramente deludono”. Lo scrive nella Prefazione all’opera il cardinale Angelo Comastri, Vicario generale di Sua Santità per lo Stato della Città del Vaticano, Arciprete della Basilica di San Pietro in Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro, ringraziando gli autori e gli editori per aver ricordato con questa meditata raccolta di dissertazioni il pensiero del Papa Emerito sull’arte e sulla bellezza.
Leggendo i dieci interventi del cardinale Joseph Ratzinger e di Papa Benedetto XVI il lettore riscoprirà le meraviglie artistiche che ornano da secoli il Vaticano e i rapporti che hanno legato i Papi della storia agli artisti. Da Pio XII a Francesco, la Chiesa cattolica ha sempre manifestato grande curiosità verso il mondo delle arti, da quelle figurative a quelle cinematografiche. Come ha sottolineato Papa Ratzinger ricevendo gli artisti nella Cappella Sistina il 21 novembre 2009 e rievocando il precedente incontro con Paolo VI (7 maggio 1964) l’arte è necessaria al Vangelo e alla diffusione della Parola: “Il momento attuale – osservò in quell’occasione Benedetto XVI – è purtroppo segnato, oltre che da fenomeni negativi a livello sociale ed economico, anche da un affievolirsi della speranza, da una certa sfiducia nelle relazioni umane, per cui crescono i segni di rassegnazione, di aggressività, di disperazione. Il mondo in cui viviamo, poi, rischia di cambiare il suo volto a causa dell'opera non sempre saggia dell'uomo il quale, anziché coltivarne la bellezza, sfrutta senza coscienza le risorse del pianeta a vantaggio di pochi e non di rado ne sfregia le meraviglie naturali. Che cosa può ridare entusiasmo e fiducia, che cosa può incoraggiare l'animo umano a ritrovare il cammino, ad alzare lo sguardo sull'orizzonte, a sognare una vita degna della sua vocazione se non la bellezza? Voi sapete bene, cari artisti, che l'esperienza del bello, del bello autentico, non effimero né superficiale, non è qualcosa di accessorio o di secondario nella ricerca del senso e della felicità, perché tale esperienza non allontana dalla realtà, ma, al contrario, porta ad un confronto serrato con il vissuto quotidiano, per liberarlo dall'oscurità e trasfigurarlo, per renderlo luminoso, bello”.