Solo per la giornata del 12 giugno presso la Sala Riaria del Palazzo della Cancelleria a Roma sarà esposta la suggestiva opera denominata “Dall’Impronta di Gesù” realizzata per contatto dalla Sacra Sindone di Torino con speciale pittura “impercettibile” per mano di Veronica Piraccini, maestro di pittura presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma.
Il dipinto, nato nel 2013, è pittura di pigmenti Impercettibili visibili-invisibili su lino antico spigato, di formato circa m. 4,60 x m. 1. Esso scompare alla luce naturale e riappare nel buio, rivelato da lampade a luce “nera” che consentono di viverlo nella sua bellezza ma, specialmente, nella sua spiritualità. La Sindone, il Sacro telo autentico e custodito a Torino nel Museo dedicato, è uno dei misteri della fede più affascinanti.
La Piraccini, nata a Bologna ma che ora vive a Roma, è attiva in una tendenza dell’arte contemporanea, sia storica che attuale, dove si argomenta un nuovo immaginario definito “Antirappresentazione”, da cui ha avuto origine la sua “Pittura Impercettibile”, basata sulla capacità di apparire e scomparire della pittura stessa, cioè di rendersi invisibile ma anche di rivelarsi nella potenza di tutti i colori dell’iride. L’invenzione di Veronica Piraccini è questa sostanza speciale, individuata attraverso la sorella Nadia, dottore in Fisica, che riesce ad applicare alla pittura e che l’artista definisce “Impercettibile”, pigmenti speciali visibili – invisibili.
In un modo assolutamente innovativo, Veronica realizza e inventa nuovi dipinti tridimensionali dalle infinite tonalità e luminosità. Un altro suo indubbio merito è quello di aver messo a punto un nuovo metodo di estrazione e fissazione della Porpora, creando tele dipinte con questo antichissimo pigmento naturale che l’artista ricava direttamente dal Murex.
Le tematiche a lei care sono tracciati, grovigli, puntiformi, persone e cose, per rappresentare le moltitudini umane nell’oggi, non più orientate nei loro progetti ideali ma dove la luce divina che inonda il dipinto per chi la individua, è di salvamento. Il concetto di impercettibile nei tracciati, grovigli e puntiformi, oltre ad essere l’autoritratto interiore e spirituale dell’artista, indicano l’uomo come flusso nella difficoltà dei compiti d’oggi che si muove inadeguato tra gli oggetti di consumo, così immateriali e tecnologici che quasi non li riconosce più perché, se pur nati da lui, non sempre sa come usarli. “Egli non si orizzonta ed è ha disagio continuo con i suoi stessi strumenti creati. Noi oggi, spesso non siamo più orientati in quanto inadeguati alle continue sollecitazioni delle interfacce elettroniche, invasi enormemente dalla tecnologia nei flussi comunicativi che smaterializzano i saperi in una società dei consumi. Accade poi che il raptus consumistico senza soluzione di continuità, ci rende schiavi del superfluo opprimendoci dall’inarrestabile corsa a nutrire l’apparenza. La pittura impercettibile mette in evidenza il concetto di essere o apparire. L’essere umano contemporaneo fatica nella realizzazione della sua personalità anche perché ha perso fiducia nello sviluppo in positivo della società per com’è divorato sempre più dall’interno. Ma al di là, di fede o non fede, alcuni con l’occhio del cuore si volgono al bene e si direzionano nel giusto cammino. Infatti, è individuando le proprie capacità e quelle degli altri, che l’essere umano contemporaneo si realizza e talvolta si salva”, spiega la stessa artista.
La pittura impercettibile, dunque, con la straordinaria proprietà di apparire e scomparire realizza la rivelazione dunque l’esistenza stessa dell’uomo e dell’arte. L’artista con la sua opera esiste ma non viene percepito dagli altri perché troppo spesso è occultato dagli interessi economici e dal potere. L’atto inventivo viene nascosto reso totalmente invisibile contro la sua volontà e per il suo stesso fare libero. L’artista dunque, ribellandosi a ciò, riesce ancora con la pittura a indicare lo spazio della libertà: mette in luce, pone la luce nera, ridà lo stupore che profondamente e improvvisamente si rivela con l’opera d’arte che appare folgorante come di fulmine.
Per una serie di eventi e circostanze imprevedibili, Veronica, da sempre attratta dalla Sindone, ha potuto ricevere nel suo studio una foto della scannerizzazione della reliquia del 2002 a grandezza naturale. Sono nate così per contatto quattro opere delle stesse dimensioni della Sindone: la prima, un pastello su carta da lucido trasparente che ricalca, con metodo antico, ciò che sta sulla Sindone e lo riporta con metodo moderno in pastelli, ad esclusione delle bruciature; la seconda, “Dall’impronta di Gesù”, su lino antico a spina di pesce, ancora con lo stesso metodo, ma con pittura “Impercettibile” e speculare come da tradizione per il riporto delle immagini cosiddette “acheropite” (non dipinte da mano umana), così da avere il corpo di Cristo com’era nella realtà; la terza, su lino moderno a spina di pesce, usando lo stesso metodo, ma con pittura tradizionale; la quarta, “Il mio Gesù, il ritratto rivelato” su lino moderno a spina di pesce, con pittura “Impercettibile”, che riproduce la Sindone come si vede, rivelando il ritratto di Gesù.
Alessandro Notarnicola