Signora Protasova ci parli di lei e soprattutto quale contributo vuole dare a “ Tota Pulchra” per il futuro.

“Sono nata a San Pietroburgo e ho passato l’infanzia all’Accademia delle Belle Arti imperiale di San Pietroburgo. Sin da piccola seguivo mio padre, Andrey Protasov, durante il suo lavoro d’artista.

Ho viaggiato moltissimo ed ho vissuto in diversi Paesi. Ho frequentato gli studi negli Stati Uniti e ho vissuto in Olanda, Germania, Svizzera e Norvegia. Lavoravo insieme a mio padre curando la parte organizzativa delle Mostre fino alla vendita. Dopo anni di collaborazione mio padre è venuto a mancare nel 2019, poco prima del quarantesimo anniversario di matrimonio. Personalmente, ad oggi, provo tanto piacere e soddisfazione ad onorare il lavoro di mio padre diffondendo nel mondo  la sua Arte dalla quale viene emanata una vita piena di  gioia e dedizione familiare.

Con Tota Pulchra condivido l’idea dell’amore per l’Arte, vista come mezzo di unione delle persone e come forma di inclusione per le giovani generazioni.”

 

Lei è la figlia d’Arte dell’artista italo- russo Andrey Protasov. Ci parli di suo padre e del suo genio artistico.

“Mio padre era un Artista di formazione accademica che ha lavorato in diversi paesi d’Europa ed è tutt’ora apprezzato dalla Critica internazionale tra i quali Vittorio Sgarbi, Francesco Ruggiero, Alberto Dambruoso, Livio Garbuglia e la sua frequentazione con importanti Artisti. Voglio ricordare tra gli altri Gianpaolo Berto, Decano dell’Accademia di Belle Arti di Roma, Salvatore Provino, Javier, Ennio Calabria, Nino La Barbera, Lucio Castagneri. Gli stili artistici ai quali si è dedicato sono il realismo Magico di Carlo Levi, il simbolismo e più recentemente la pop art. La particolare gestione degli spazi, della luce, del colore e del ritmo sono stati elementi di ricerca importanti per la realizzazione delle sue Opere. Mio padre diceva sempre che il lavoro artistico va inteso più nel suo aspetto procedurale che di risultato: l’Artista non è mai pago delle sue Opere, è in continuo superamento di sé stesso. Vittorio Sgarbi ha commisurato il ciclo delle Opere di mio padre dedicate a Roma ai Pittori rinascimentali come Piero della Francesca. Una delle ultime sue Opere dal titolo Quis ut Deus rappresenta plasticamente la sua profonda devozione a San Michele Arcangelo.

La particolarità della figura di mio padre stava nella sua imprevedibile creatività: vederlo operare era un vero inno alla gioia e alla bellezza.”

 

Cosa rappresenta per lei l’Italia e l’Europa in generale?

“Penso che l’Italia sia tuttora un centro mondiale di civiltà. È un onore per noi esporre le Opere di mio Padre in Italia, culla dei più grandi Artisti di sempre. Devo dire che l’Italia è diventata una seconda casa per me, papà ha sognato Roma e ha vissuto qui molti anni felici: San Pietroburgo e Roma sono per me le città più belle del mondo. Per quanto riguarda l’Europa, la mia Città San Pietroburgo è da sempre ispirata dallo Stile e dall’Arte Europea. È sufficiente pensare ad Architetti di origine italiana del XVIII secolo come Bartolomeo Rastrelli e Carlo Rossi che hanno ideato straordinarie architetture nella centralissima San Pietroburgo.”

 

 

Se dovesse paragonare l’Arte di suo padre ad un musicista, quale sceglierebbe?

“Direi certamente Rachmaninov.

Nella Musica di Rachmaninov c’è quella melodia, quel lirismo e quell’unione tra cielo e terra che mio padre amava e cercava di manifestare con la sua Arte.

Rachmaninov disse che … la Musica dovrebbe evocare l'Amore. Deve venire dal cuore e deve essere indirizzata al cuore. Altrimenti, non c'è speranza che abbia una lunga vita.

La sua Musica è eterna, parla della vera Russia, dello Spirito russo, di quella Russia di cui siamo fieri.”

 

Ci sarà a breve qualche Mostra delle Opere di suo Padre?

“Il 20 Maggio prossimo ci sarà una Mostra personale dedicata a mio padre dal titolo La Natura è un Tempio nella Pinacoteca Corrado Giaquinto il Palazzo Storico della Città Metropolitana di Bari. Saranno esposte Opere selezionate dalla serie Betulle realizzate negli anni Novanta che comprende gli stili del paesaggio accademico intriso al suo fantastico romanticismo e al simbolismo.

Questa serie rappresenta una vera e propria metafora di purificazione e rinnovamento in una chiave fortemente mistica e spirituale. Tramite questa esposizione vorrei rendere partecipe i visitatori dell’ingegno di mio padre che desidero possa proseguire e vivere ora e nel futuro.”

 

di Lelio Antonio Deganutti

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