Federica Virgili, da tempo ci sorprende con la sua capacità di rendere interiore e personale la dimensione dell’astrattismo. Federica ci accompagna per mano in una dimensione sensoriale della sua pittura. I suoi colori non rappresentano semplici giochi cromatici ma consentono di avvicinare ogni osservatore delle sue opere al proprio interiore, come dicono i grandi pensatori tedeschi a quell’inneres Ich che ogni essere umano ha in dono con la propria vita e che spesso dal quale o fugge o evita di ascoltare, insomma quell’io interiore che come la pittura sfida le regole del tempo e dello spazio e che quando decidiamo di farlo parte di noi ci stupisce con la bellezza della essenza umana. La scelta di un astrattismo che si richiama alla grandezza e al senso di rivincita delle donne come nel caso di Hilma af Klint che è stata una grandissima pittrice svedese e pioniera nell'ambito dell'astrattismo pittorico o anche come Carla Accardi radicale anticipatrice di un'arte che si allontana dalla realtà visibile e ci ha regalato un forte linguaggio. Le opere di Federica Virgili non sono però mere astrazioni di forme e colori, piuttosto la rappresentazione di ciò che è invisibile. Una pittura raffinata, una capacità innata di interpretare il bisogno di affermare attraverso l’arte i linguaggi e le legittime aspettative dei nostri tempi complessi. Questa è Federica Virgili, una pittrice che già giovanissima è appassionata all’arte a tal punto di farne una autentica ragione della propria esistenza. Federica dipinge le sensazioni spirituali, coglie il non detto delle donne, rinnova il modello comunicativo, fa dell’arte il suo principale meccanismo emotivo, come un bimbo che si esprime con i gesti e la mimica. Federica ci fa ascoltare la purezza interiore di chi ama l’arte senza rincorrere nessuna popolarità, anzi rendendosi sempre disponibile ad alimentare la passione artistica di chiunque le chieda aiuto o sostegno. La scelta e a volte il diluvio cromatico nei contrasti delle linee che utilizza Federica nei suoi quadri, sono sempre portatori di una lirica che sa farci ascoltare da sempre e fuori dai canoni comuni il mondo interiore di un’artista che a livello espressivo non ha mai cercato compromessi per il suo stile pittorico ma ha sempre lasciato fare al cuore, alla passione verso la regina delle arti figurative: il dipingere. I suoi quadri ci permettono di interrompere il senso di vuoto di una società in fermento e di grande conflittualità come quella che viviamo e possono essere un approdo sicuro e un’alternativa, come nei giorni di questa mostra, alla mancanza di certezze e alla diffusa paura del futuro che viviamo. Federica sa dare un impulso vivace ai colori o in linea geometriche o sovrapposti che utilizza portando con sé il bisogno di far emergere dall’anima il proprio messaggio interiore. I suoi quadri manifestano una personalità complessa, sofisticata, a volte inquieta, quasi a voler immergere l’osservatore in un ritmo psicologico, non sono opere per chi voglia guardare l’arte di sfuggita, sono opere per chi voglia accettare ed essere aiutato da Federica a guardarsi dentro, a riscoprire l’adolescente che c’è in noi avvolto dalle curiosità forti ed espansive di quel periodo della nostra esistenza. Federica usa la pittura come un grido che intende dissolvere il diffuso senso di omologazione, si serve delle sue tele per dare voce a chi finalmente decida di ascoltare i propri desideri e non le continue necessità. Ci aiuta Federica a capire la centralità della nostra esistenza, la bellezza del contemplare un’opera d’arte rispetto al vissuto di una società che ci lascia perennemente in silenzio e fuori dalle scelte importanti, relegando tutti ad un enorme senso di impotenza. Una pittura che vive al centro della propria esperienza artistica che filtra con consapevolezza le pressioni dei nostri tempi e ci conduce oltre le semplici sfumature ad una lettura adeguata e impegnata che dimostra la grande maturità interiore dell’artista. I lavori di Federica, ci consentono immediatamente di disporre a livello visivo di una bussola di orientamento necessaria a sopperire alla crisi valoriale che stiamo attraversando. Con Federica ci perdiamo in un autentico labirinto cromatico, è il suo astrattismo, ma anche in un messaggio certo e definito proprio della chiarezza del suo tratto artistico. I dipinti della Virgili ci impongono una parentesi verso la verità, un cammino che per sua natura è sempre irto e doloroso, dimostrano una capacità narrativa sorprendente non usuale e in alcune opere fortemente innovativa. Nelle sue opere ci immergiamo curiosi verso un artista che non smetterà mai di sorprenderci e stupire , consapevoli un giorno di vedere nuovi percorsi che con grande abilità tecnica e capacità di osservazione della società odierna Federica metterà in campo. Nel mentre respiriamo l’aria e ascoltiamo i suoi messaggi che oltre alla concreta lettura dei tempi, in linea con le migliori tendenze internazionali, riescono ad immergerci nei meandri del nostro inconscio e come accade per le artiste in una perturbante analisi interiore. Ecco perché abbiamo parlato dei colori dell’anima, di anime come quella di un artista che con i suoi dipinti ci porta a rendere meno grige e omogenee le nostre vite quotidiane e che dimostra ancora una volta che è possibile rendere reali i sogni, ed è possibile grazie all’arte essere felici. Grazie Federica che con i tuoi dipinti ci aiuti nella consapevolezza che per essere felici c’è una prima regola nell’arte come nella musica, così come nella vita: seppur lottando contro ogni avversità occorre credere fortemente che la felicità esiste.

Roberto Litta
Scrittore e critico d’arte.

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