È sempre importante concepire forme museali nuove e interattive. I musei dovrebbero sempre di più uscire dalla staticità per diventare delle strutture più fluide e interdisciplinari. Far dialogare l’arte antica con quella contemporanea attraverso figure professionali che sappiano comunicare l’arte in modo creativo concreto e originale. Si dovrebbero affiancare ai musei più tradizionali come ad esempio il MAXXI o il MACRO altre piccole succursali museali sparse su tutto il territorio. Per esempio una biblioteca-museo o un cinema-museo. Strutture più piccole che operano sul territorio valorizzandolo e dando possibilità di lavoro a tanti giovani.
Vediamo quanto degrado continua ad esserci nelle periferie. I musei o le gallerie di quartiere puntano a recuperare il rapporto con l’altro, sono multietnici e multimediali. Immaginiamo una video-galleria dove le testimonianze storiche di un territorio, interagiscono con film o opere di videoarte di artisti emergenti. Ogni forma d’arte dalla Street Art alla Land Art, Neo Geo, Body Art, Happening, porta lo spettatore verso una maggiore coesione sociale. È la stessa struttura museale a farsi opera d’arte, un’opera d’arte aperta a mille trasformazioni diverse in armonia con la varietà della natura che ci circonda.
Un progetto mostra non è soltanto la rappresentazione della storia degli artisti o dei loro stili, ma coinvolge anche il quartiere nella sua realizzazione, mettendo per esempio a confronto la loro arte con i paesaggi e gli ambienti del territorio da valorizzare. Coinvolgere i giovani a creare dei percorsi espositivi o dei percorsi culturali alternando l’uso della multimedialità con la realtà. Per esempio mentre vediamo una mostra, alterniamo la visione di film od opere leggendo brani ad alta voce commentandoli con gli altri. L’Arte deve sempre mettere in gioco le persone, trasformando l’isolamento e il degrado in nuove possibilità, in nuove opportunità di crescita per il territorio.
