Salve Dottoressa Cangini, lei spesso si definisce un personaggio poliedrico. Cosa intende?

Partendo da una radice comune che è quella della neuropsicologia, non solo  mi occupo di neuropsicologia in età evolutiva, ovvero la valutazione e diagnosi di bambini con disturbi del neurosviluppo, ma anche come i processi cognitivi impattino sul decisore politico. La mia curiosità professionale  ha aperto quindi la strada anche verso il mondo politico, dove cerco di studiare e comprendere le motivazioni che spingono l’elettorato a votare per uno o l’altro schieramento.

Lei si occupa soprattutto del trattamento psicoterapeutico dei bambini. La chiusura forzata a causa della pandemia ha inciso molto sul comportamento delle attuali generazioni di minori?

Io penso in realtà che la pandemia sia stato un detonatore di un preesistente malessere sommerso tra i bambini, i ragazzi e i giovani adulti che con l’interruzione della socialità si è manifestato appieno. In ultima analisi vedrei quindi la pandemia non come causa prima delle problematicità comportamentali delle nuove generazioni ma come la chiave che ha aperto un ‘’vaso di pandora’’.

I bambini sono sempre più esposti ai social media e a un bombardamento mediatico. Ha mai potuto rilevare differenze cognitive tra chi fa abuso di social e chi invece no?

Ci sono tantissimi studi interessanti che dimostrano come le nuove tecnologie stiano proprio cambiando il nostro cervello, le faccio un esempio: se in precedenza tutta una serie di attività richiedevano una funzione cognitiva di base (andare a vedere che giorno è oggi), oggi basta chiamare ‘’Alexa’’ che risponde al nostro input. Quello che voglio far comprendere è che molte funzioni della mente, con l’avanzare della tecnologia, vengono sospese e quindi non utilizzate.

 

 

Lei oltre ad essere una professionista di spicco nel panorama romano è anche membro del direttivo del think tank Nazione Futura. Come è nata la sua passione per la politica e soprattutto riesce a unire le due '' professioni ''?

Come dicevo all’inizio la neuropsicologia resta il mio principale interesse ma penso che la politica di fatto faccia parte di ognuno di noi e chi non se ne occupa in realtà sta semplicemente evitando di occuparsene. La politica trasforma la società attraverso il proprio indirizzo ma la società è composta da persone, quindi esiste un connubio inscindibile tra regolatore politico e cittadino.

Sta rilasciando l intervista per un' associazione di stampo cattolico. Attualmente, che ruolo ha la Chiesa da un punto di vista della pedagogia?

Probabilmente negli ultimi anni la Chiesa ha un po' perso il suo ruolo di educatore. Tuttavia nel mio lavoro trovo un’inversione di tendenza: nonostante abbiamo smarrito il senso di comunità e molti dei valori condivisi noto che alcuni dei ragazzi che tratto, grazie all’apporto delle parrocchie, seguono gruppi di scout. Questo testimonia come la Chiesa sia sempre viva e come la sua influenza pedagogica sia, seppur in maniere differenti, presente.

 

di Lelio Antonio Deganutti

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