Discorso introduttivo di Mons. Jean Marie Gervais, Cappellano della chiesa santa Maria Annunziata, Presidente della Fondazione Rezza Pro Cultura et Caritate e dell'Associazione Tota Pulchra sabato 28 dicembre per l'inaugurazione della Mostra Nativity realizzata dalla Fondazione Giovanna Dejua con il patrocinio del dicastero dell'evangelizzazione la partnership della Fondazione Rezza Pro Cultura et Caritate presso la Chiesa Santa Maria Annunziata in Borgo.
Eccellentissimi, illustri ospiti, cari amici,
è per me un grande onore accogliervi oggi in questa splendida cornice della Mostra "Nativity", un evento straordinario reso possibile grazie alla Fondazione Giovanna Dejua, sotto il patrocinio del Dicastero per l'Evangelizzazione. Questo incontro ci offre un’opportunità preziosa non solo di ammirare opere d’arte di indiscussa bellezza, ma di entrare, attraverso esse, nel cuore del Mistero cristiano che celebriamo: il Natale del Signore.
In questo tempo in cui spesso i valori più autentici della nostra fede sembrano offuscati dalle distrazioni della modernità, l’arte sacra ha il potere di riportarci all'essenziale, di condurci, come in un pellegrinaggio interiore, verso il senso più profondo della nostra esistenza. Le opere esposte in questa mostra non sono semplici creazioni estetiche: sono messaggeri di una verità universale che risplende nel mistero dell’Incarnazione. Cristo che si fa uomo, entrando nella nostra storia, illumina ogni aspetto della vita umana e rinnova il nostro sguardo sul mondo.
Come presidente della Fondazione Rezza Pro Cultura et Caritate e dell'Associazione Tota Pulchra, che da anni si impegna a promuovere il dialogo tra arte, cultura e fede, non posso che esprimere la mia più profonda gratitudine a chi ha lavorato con dedizione per dar vita a questa esposizione. La nostra vocazione, come istituzioni, è quella di sostenere e valorizzare ogni espressione di bellezza che possa avvicinare i cuori a Dio e promuovere una cultura di solidarietà e di comprensione tra i popoli.
In un mondo diviso, frammentato, spesso segnato da conflitti e tensioni, l’arte ha una missione profetica: parlare all'anima, superare le barriere del linguaggio e delle differenze, ed evocare quella bellezza che, come diceva Dostoevskij, “salverà il mondo”. Questa mostra, dedicata al Natale, ci offre una testimonianza potente di come la bellezza possa farsi veicolo di evangelizzazione, invitandoci a riflettere su quel miracolo straordinario che è la nascita di Gesù, il Figlio di Dio, tra gli uomini.
Il Natale non è solo un ricordo di un evento passato, ma un mistero che si rinnova ogni giorno nelle nostre vite, chiamandoci a riconoscere la presenza di Dio in mezzo a noi, soprattutto nei volti dei più poveri, degli emarginati, di chi soffre. Questo è il vero spirito del Natale: l'incontro con l'altro, con il diverso, con il prossimo che ci interpella e ci invita a vivere la nostra vocazione all'amore e alla fraternità.
In questo contesto, il lavoro svolto dalla Fondazione Giovanna Dejua, che oggi presentiamo con grande orgoglio, ci ricorda come l’arte possa essere una risposta concreta alla chiamata dell'Evangelizzazione, perché è capace di toccare i cuori e di aprire le menti alla speranza, alla compassione, alla pace.
Desidero, dunque, ringraziare di cuore tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa mostra: l'artista, i curatori e gli esperti, i collaboratori e tutti coloro che, con impegno e passione, hanno messo a disposizione i propri talenti per donare a noi e al mondo intero una testimonianza viva della bellezza del mistero cristiano.
Che questa mostra sia per tutti noi un'occasione di riscoperta del valore profondo del Natale, un invito a lasciarci trasformare dalla luce di Cristo, che continua a illuminare il cammino dell'umanità.
Vi ringrazio di nuovo per la vostra presenza e vi auguro di poter vivere questo momento con uno spirito di contemplazione e gratitudine.
Grazie e buon proseguimento a tutti.