Roma, 19 giugno 2025 – Nel corso della quinta edizione del Congresso Nazionale “Emergenza e Rianimazione 2025”, Mons. Jean Marie Gervais, Presidente dell’Associazione Tota Pulchra e Cappellano della Chiesa di Santa Maria Annunziata in Borgo, ha tenuto un intervento dal titolo “La medicina delle relazioni umane”, evidenziando la necessità di un approccio alla cura che superi la mera tecnica per abbracciare pienamente le dimensioni umana e spirituale.

Con profonda riconoscenza, Mons. Gervais ha aperto il suo discorso sottolineando come questo congresso rappresenti un momento di confronto vivo tra competenze mediche, sensibilità etiche e le nuove sfide della cura. «Il tema che oggi affronto — la medicina delle relazioni umane — ci spinge ad ampliare lo sguardo: dal corpo alla persona, dall’intervento clinico al legame tra cuori, dalla tecnica alla tenerezza.»

Ha poi evidenziato che, nonostante i grandi progressi scientifici, «anche l’ospedale più all’avanguardia rischia di diventare un luogo arido se manca l’umanità, se viene meno quella rete invisibile ma essenziale che sono le relazioni». Nella fragilità della malattia, ha spiegato, la relazione umana diventa essa stessa medicina, spesso la più efficace.

Monsignor Gervais ha descritto la medicina relazionale come quel gesto spontaneo di «accorrere, toccare, guardare negli occhi, chiamare per nome», che trasmette al paziente un messaggio fondamentale: "Tu conti. Io sono con te". Ha infine sottolineato l’importanza di «ritrovare la dignità del tempo dedicato» anche per chi assiste, riaffermando che medici e infermieri sono «alleati della vita, non semplici esecutori di protocolli».
Monsignor Gervais ha poi evocato figure esemplari della carità medica: «San Camillo de Lellis amava ripetere: "Più cuore in quelle mani!" — un’esortazione a curare i malati con la stessa dedizione di una madre per il suo unico figlio infermo.»
Ha ricordato anche Santa Gianna Beretta Molla, che «visse la medicina come vocazione e scelta d’amore», e San Giuseppe Moscati, «medico dei poveri che univa scienza e fede, curando i malati con carità evangelica e rigore scientifico.»
«Questi santi non sono figure del passato», ha affermato Mons. Gervais, «ma modelli per il futuro. La vera innovazione non è solo nella macchina o nell’algoritmo, ma in uno sguardo umano che ascolta, accoglie e accompagna.»
Riferendosi al magistero di Papa Francesco, ha ricordato l’importanza della «cultura dell’incontro»:
«La vera cura non è mai disgiunta dalla carità... non c'è terapia efficace se non è accompagnata dall’amore.»
Ha inoltre sottolineato come «l’arte, la musica e la parola condivisa possono diventare presidi terapeutici che ridonano senso e speranza a chi soffre.»
L’intervento ha posto l’accento anche sulla formazione degli operatori sanitari: «L’innovazione sanitaria non si misura solo in tecnologie, ma anche in nuovi modelli relazionali. Serve formare operatori capaci di ascolto, discernimento e dialogo.»
Mons. Gervais ha richiamato le parole di San Giovanni Paolo II:
«È necessario che la scienza medica sia sempre accompagnata dalla riflessione etica e illuminata dalla fede, per salvaguardare la dignità della persona.»
Infine, il richiamo attuale alla prossimità umana: «Papa Leone XIV ha ricordato con forza: "Prima di essere credenti, dobbiamo essere umani". Questo invito rafforza l’appello a una medicina che non dimentichi mai il volto della persona più fragile.»
Concludendo il suo discorso, Mons. Gervais ha sottolineato che «la medicina delle relazioni umane è anche medicina preventiva: previene l’isolamento, l’angoscia, la disumanizzazione. Ridona fiducia, genera resilienza, apre all’altro.»
Ha rivolto a tutti i presenti un appello: «Alla luce del Vangelo e dell’esempio dei santi, invito tutti voi a custodire e promuovere questa sapienza: che la relazione autentica, fatta di ascolto, di sguardi, di gesti, sia sempre il cuore della cura.»

https://www.ilmessaggero.it/roma/eventi/emergenza_rianimazione_2025_roma_congresso_rafforza_la_formazione_area_critica-8908185.html https://personemagazine.it/emergenza-e-rianimazione-a-roma-il-congresso-che-guarda-al-futuro-della-medicina-durgenza/

 

 

 

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