Viviamo un tempo in cui le decisioni vengono prese da chatbot, da automatismi. Un click, un algoritmo, un sì o un no generato da un flusso dati.

Ma dietro ogni richiesta ci sono occhi, respiri, battiti. C’è una madre che prova a rifarsi una vita dopo un divorzio doloroso. Un padre che vuole aiutare la figlia a realizzare il suo sogno universitario. Un giovane che non ha nessuno, ma ci mette la faccia e chiede fiducia.

Eppure, troppo spesso, vengono ignorati perché “secondo l' algoritmo ha la probabilità di non portare a termine correttamente il pagamento ” o “non convivono nella stessa residenza”.  

Una firma negata perché il sistema non vede quello che c’è davvero: una rete di sostegno invisibile, ma reale.

Lavoro nel mondo del credito da anni.  

E ogni giorno combatto contro l’idea che la persona sia solo un’anagrafica.  

La mia visione è diversa.  

Credo in un credito etico, che ascolta prima di giudicare, che valuta con competenza, ma anche con umanità.

 Non vuol dire dire sempre di sì.  

Vuol dire saper dire un no spiegato, motivato, con rispetto.

 E vuol dire avere il coraggio di dire un sì ragionato, anche quando l’automatismo direbbe no.

 Chi lavora davvero con il credito sa quanto è complesso. Ma sa anche quanto può cambiare la vita di qualcuno se si sceglie con attenzione.

 Serve formazione. Serve conoscenza. Ma soprattutto: serve responsabilità.

 Perché la finanza non è fatta solo di numeri. È fatta di storie, di relazioni, di scelte.  

È fatta di persone.  

E io, ogni giorno, scelgo di non dimenticarlo.

 

Stefano Giuntoli

-Responsabile per la Promozione del Credito Etico e della Relazione Umana-

 

Tota Pulchra: Associazione per la promozione sociale

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