Nella giornata di oggi, alle ore 16:00, nello storico palazzo della Cancelleria Apostolica Vaticana, si è svolta la presentazione del volume “Il Mistero dell’Annunciata”, redatto da un gruppo di studiosi del “GruppoArte16” e pubblicato da ‘I Libri di Emil’, edizione Odoya.
La prestigiosa iniziativa è nata grazie all’intensa attività culturale promossa da monsignor Jean Marie Gervais, ‘Prefetto Coadiutore del Capitolo Vaticano’, teologo esperto in diritto canonico e presidente dell’associazione culturale “Tota Pulchra”, un ente di promozione sociale che si pone l’obiettivo di onorare la bellezza dell’arte vista come espressione e manifestazione dell’infinito amore di Dio.
L’incontro ha visto la partecipazione di diverse figure istituzionali e non tra le quali: mons. Jean Marie Gervais (già sopra menzionato); Giovanni Taormina (critico d’arte, responsabile del settore delle arti del LUM dell’Ateneo di Palermo e coordinatore dei lavori); Mauro Lucco (storico dell’arte e presidente del LUM); Renato Tomasino (storico del teatro); Alessandro Cappabianca (critico d’arte ed intellettuale); Franco Fazzio (restauratore che ha seguito lo spostamento delle opere di Antonello da Messina al G7 di Taormina), ed infine, Marco Zeppa (coordinatore scientifico della “4ward360-nanotecnology”, azienda che da qualche anno ha diversificato la sua mission aziendale interessandosi della conservazione di opere lignee di interesse storico-culturale).
Oltre alle sopracitate figure meritano una particolare menzione il dott. Valerio Monda (coordinatore dell’evento e Segretario Particolare di mons. Gervais); Luca Alberto Di Laudo (Moderatore e coordinatore dell’evento); lo chef Gambero Rosso Massimiliano Mettini, gli attori teatrali dell’associazione “Tota Pulchra”: Gianni Dal Maso, Giulia Petrotta ed Elisa Cheli, ed infine, la voce della russa Mariia Spiridonova, che ha aperto i lavori del convegno intonando agli astanti l’Ave Maria di Schubert.
“Il Mistero dell’Annunciata” è un volume che, grazie al lavoro di un’equipe di studiosi di storia dell’arte che da anni si dedica assiduamente allo studio di Antonello da Messina, ci svela particolari e inediti retroscena su un dipinto che da oltre un secolo affascina gli studiosi di tutto il mondo. Nessuno prima d’ora si era realmente cimentato nello studio di ciò che ci fosse oltre lo spazio bidimensionale proiettando, al contempo, lo sguardo sull’invisibile-ma reale-mondo scenografico racchiuso e celato nel dipinto.
E’ la prima volta che nel nostro paese si affrontano temi legati alla teatralità delle annunciazione mediante la rigorosità della ricerca scientifica testimoniata dal contributo offerto dai progressi in campo tecnico ed artistico delle nanotecnologie applicate.
QUADRO DEGLI INTERVENTI:
Ad aprire il quadro degli interventi è stato mons. Jean Marie Gervais, che ha posto l’accento sul grande ruolo ricoperto dagli artisti nell’essere i custodi della bellezza del creato, primo testimone della resurrezione. Queste le sue parole: “I nostri dotti conferenzieri ci illustreranno le loro fatiche racchiuse in questo libro. Il nostro amato Santo Padre vede nell’arte un potente strumento di evangelizzazione e di unione tra i popoli. L’arte è espressione della magnifica opera di Dio. La mia associazione-continua il presidente della Tota Pulchra-dedicata a Maria Santissima nella Sua Immacolata Concezione ha il compito di onorare la bellezza dell’arte mettendo gli artisti nella condizione di esprimere la propria vena artistica. Anche papa Benedetto XVI, in occasione del suo discorso agli artisti tenuto il 21 novembre 2009, espresse parole di elogio sull’arte e sugli artisti come custodi di bellezza. Proprio oggi – conclude mons. Gervais – è la festa di Maria Ausiliatrice istituita da papa Pio VII in ricordo del suo trionfale rientro a Roma datato 24 maggio 1814”.
Nel secondo intervento, il dott. Marco Zeppa si è focalizzato brevemente sull’uso delle nanotecnologie: “il nostro obiettivo-spiega il coordinatore scientifico dell’associazione-è quello di usare gli atomi come elementi conservatori di superfici. I nuovi materiali messi a punto dalle nanotecnologie hanno il compito di proteggere le opere artistiche dagli agenti atmosferici e da vari deterioramenti che potrebbero provocare seri danni al corpo dell’opera”.
Nel terzo intervento, il prof Alessandro Cappabianca si è soffermato sulla differenza tra il ritratto e il primo piano cinematografico. Queste le sue parole: “un ritratto non è mai una semplice e mera riproduzione meccanica di fattezze ma, al contrario, è caratterizzato dal gusto e dalla sensibilità dell’artista che imprime la sua originalità ed il suo estro artistico. Il primo piano, invece,-continua il critico d’arte-è una sorta di inquadratura su una persona o su un oggetto particolare per inquadrare certi dettagli come lo stato d’animo, le espressioni del viso e certe gestualità. Antonello, inconsapevolmente, è stato un precursore del primo piano filmico. Non si può che restare meravigliati dalla modernità espressa nella sua opera. Un esempio di tale modernità-conclude l’intellettuale-è rappresentato dalla figura dell’angelo: egli c’è e non c’è allo stesso tempo. Ma lo si può intuire dai gesti delle mani, dall’espressione degli occhi della Vergine e dal leggero soffio che solleva le pagine del libro sopra il leggio”.
Renato Tomasino e Mauro Lucco si sono concentrati sul particolare parallelismo messo in atto da Antonello da Messina tra arti figurative e spettacolo sacro, soffermandosi sulla sperimentazione di figure tassonomiche iconografiche. Ogni cosa è lasciata al libero arbitrio dell’osservatore che, con la sua immaginazione, è costretto ad immaginare lo spazio mancante e gli oggetti tassonomici che animano tale spazio di significati simbolici. Con Antonello da Messina si entra, ufficialmente, nella concezione labirintica della pittura. Renato Tomasino va oltre, immaginando una sorta di anticipazione de “Las Manitas” di Velasquez.
Di seguito introdurremo la dichiarazione rilasciata da Sebastiano Tusa, assessore regionale ai Beni Culturali della regione Sicilia che, per motivi istituzionali, non è potuto essere presente alla presentazione del volume. La sua dichiarazione è stata letta dall’addetto stampa dell’associazione “GruppoArte16” Osvaldo Esposito
“Il lavoro di analisi effettuato da Taormina, con il contributo di Fazzio, documentato e commentato nel volume dagli studiosi Lucco e Tomasino, rappresenta un approfondimento importante per la conoscenza di quest’opera che non finirà mai di stupirci dal punto di vista esegetico. I simbolismi ed i particolari sono talmente complessi che entrando nel dettaglio vengono fuori elementi innovativi utili a capire l’opera e il personaggio Antonello. Sono estremamente contento del lavoro svolto sull’Annunciata, si tratta di uno stimolo ed un avanzamento nel dibattito su un personaggio estremamente rilevante per la Sicilia. L’artista messinese rappresenta certamente il massimo che quest’isola ha potuto esprimere a livello internazionale. Le opere di Antonello costituiscono un elemento strategico per l’offerta culturale siciliana, per questo abbiamo programmato, a fine anno, una grande mostra sulla sua produzione con opere che arriveranno da tutta Europa.
Gli approfondimenti di Taormina ci portano a capire il simbolismo e la capacità tecnica di questo pittore che ha anticipato una composizione quasi cinematografica nella sua abilità pittorica. Le analisi anno evidenziato una visione del dettaglio per certi versi rivoluzionaria rispetto al passato”.
INTERVENTO FINALE E SPIEGAZIONE SOMMARIA DELL’OPERA
L’ultimo intervento è quello del prof. Giovanni Taormina, il coordinatore e l’autore principale del volume “Il Mistero dell’Annunciata”, opera custodita nella Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis.
Lo studioso ci spiega che, attraverso un’analisi meticolosa sul concetto di spazio sacro, si è arrivati alla conclusione che l’Annunciata, che ritrae in primo piano una fanciulla, ritrae proprio il mistero dell’Annunciazione: la Vergine sotto le sembianze di una fanciulla abbandona ogni timore e si apre alla Rivelazione. Secondo Taormina si inaugura la concezione labirintica della pittura perché la scena è lasciata a libero arbitrio dell’osservatore.
La Vergine, inoltre, è intenta a guardare l’angelo, ossia lo spettatore. E lo farà da semi-inginocchiata in quanto il suo sguardo è reclinato verso il lato e verso il basso.
L’Annunciata è l’opera più seducente della storia dell’arte per i molti particolari che si intrecciano in un magico connubio: il volto angelico di una ragazza dalla carnagione olivastra e dai lineamenti eleganti; la profondità di uno sguardo che, solo apparentemente, manifesta un senso di disagio, ma che in realtà, è aperto ad accogliere la Rivelazione di Gabriele arcangelo, che Antonello ci lascia solo percepire. L’arcangelo è fuori dal dipinto: è nella posizione in cui ci troviamo noi che lo osserviamo.
Le mani di Maria raccontano storie diverse: la sinistra ci mostra la pudicizia della Vergine nell’intento di coprirsi col velo (Maphorion, manto che Maria usava per coprire le sue membra) alla vista dell’angelo; la destra, compiendo un movimento avanti, sembra quasi volersi schermire (in realtà è un segno di accettazione serena del destino. Il sorriso della vergine comunica consapevolezza e non sorpresa).
L’intera opera rispetta un severo ordine geometrico (grazie alle lezioni di Piero della Francesca nella regolazione della composizione):
1) VOLTO: triangolo.
2) VELO: triangolo rovesciato.
3) PIEGHE: cadono perfettamente perpendicolari.
MISTERO DELLA LETTERA M
Il prof. Taormina si è accorto che si intravede una lettera M all’inizio della pagina sollevata dal vento. Una M in scrittura onciale, una scrittura molto usata dai manoscritti medievali mediterranei (tipo di scrittura usata in codici vergati per titoli, le rubriche, gli incipit e gli explicit dell’epoca) le cui rotondità rimanderebbero al cerchio inteso come simbolo di perfezione. Il libro, quindi, potrebbe essere un manoscritto con il Magnificat, ossia una preghiera che, secondo il vangelo di Luca, Maria eleva a Dio durante l’incontro con la cugina Elisabetta. Il Magnificat è un indizio che rivela la presenza dello Spirito Santo manifestatosi nel leggero “soffio” che solleva le pagine del libro sopra il leggio.
L’Annunciata, per concludere, è la tappa finale del viaggio di Antonello: nell’opera non c’è divisione ma continuità tra spazio del dipinto e spazio reale. E’ un’opera che segna una tappa fondamentale della storia dell’arte occidentale in cui la Vergine è raffigurata come pura, eterea, naturale e terrena.
Maria, infatti, presentandosi senza l’angelo, diventa la protagonista indiscussa della scena: adesso è tutto focalizzato sul suo purissimo volto pieno di Grazia.
L’iniziativa è stata patrocinata dal MiBACT, dall’Assessorato Beni Culturali e Identità Siciliana della Regione Sicilia, dal Parlamento della Legalità Internazionale e dallo I.E.ME.S.T. (Istituto Euro-Mediterraneo di Scienza e Tecnologia), ed attivamente sostenuta da AheadWood Nanotechnology, 4Ward360 Nanotechnology, La Colomba Bianca, I Libri di Emil (Odoya), MammaRoma Restaurant, Ristorante-Pizzeria Pasquino, pasta e farro Terre Sane, olio La Ciera dei Colli e pane Spiga d’oro.
Gabriele Russo