Un tardo pomeriggio come tanti. Il sole che, nell’atto di tramontare, abbandona coi suoi caldi raggi la città di Roma dove, da una terrazza qualsiasi del quartiere EUR, si intravede la maestosità e grandezza della cupola di San Pietro, cuore pulsante di quella cristianità che ognuno di noi dovrebbe recuperare e porre come fondamento del proprio agire. Proprio su quel terrazzino, baciato dagli ultimi raggi che pian piano fanno posto all’incantevole bellezza del cielo stellato, così, come d’incanto, una figura misteriosa, possente e quasi arcana pronuncia discorsi di una profondità tale da lasciarmi interdetto e quasi incredulo.
Il panorama mozzafiato che si staglia all’orizzonte, il classico botto dello stappo dello Champagne con la frivola acustica delle sue bolle, l’odore dell’arrosto di vitello che inebria il senso dell’olfatto e, soprattutto, la grande cultura celata dietro quei discorsi, allietano e inebriano una stancante giornata che, prima di quel momento, si sperava volgesse a termine il più presto possibile. Il tutto mi appariva quasi come un rituale mistico, una sorta di messa che avesse una simbologia ben precisa. Il mio pensiero, infatti, non si discostò di molto dall’impressione avuta. Don Ennio Innocenti, il pioniere dell’ecumenismo nell’Urbe, possiede il dono di una potenza espressiva e comunicativa incredibilmente raffinata volta alla ricerca della verità dell’essere. Una lunga vita dedicata non solo allo studio e alla ricerca filosofica e teologica ma anche a quella Chiesa che, seppur con tante fragilità, lui continua ad amare profondamente.
Una domanda, adesso, sorge spontanea e che merita di essere approfondita: qual è il rapporto che Don Ennio intrattiene con Dio? Generalmente, per un cristiano del XXI secolo, l’unico modo per trovare del tempo per Dio è organizzandosi e inserendo nella propria agenda alcuni minuti per una qualche attività spirituale. In effetti, la vita oggi è molto frenetica e talvolta non ci permette di rimanere in silenzio ad ascoltare e di prendersi quel tempo per imparare e avere la pace necessaria per poter amare. Non dobbiamo dimenticarci che, dopo tutto, è Lui che vuole disperatamente dirci quanto ci ama. Ha solo bisogno della nostra attenzione, di essere ascoltato accostandosi a Lui con purezza e umiltà. Toccanti le parole di cui Don Ennio mi ha fatto dono prima di congedarmi:
«Caro, devi sapere che quella tra me e Dio è un’incredibile e passionale storia d’amore. Lui mi è rimasto sempre accanto nel corso della mia vita e, seppur con tanti difetti e debolezze che hanno contraddistinto la mia vocazione sacerdotale, lui mi è rimasto sempre fedele. Non solo, ha evitato-parecchie volte-che potessi cadere nelle innumerevoli tentazioni di cui è fatta la vita quotidiana di un semplice uomo a servizio della chiesa. Mi ha consolato nei momenti difficili donandomi la forza di combattere e mettere la mia vita a servizio dei più deboli. Si, quando sento la sua presenza forte accanto a me sento il mio cuore ardere di amore puro e incondizionato. Questo è stato il mio rapporto con Dio per 87 lunghi anni. Posso dire ch’è stata un’intensa e passionale storia d’amore».
Vastissima la sua produzione che lo rende, a pieno titolo, uno studioso eclettico e poliedrico: con la collaborazione della Fraternitas Don Ennio pubblica un centinaio di volumi su argomenti che spaziano dalla teologia dogmatica-passando per l’esegesi alla liturgia-fino alla mariologia. Scrive sulla comparazione delle civiltà antiche, sulla storia di Roma, sulle origini cristiane, sulle vicende medievali e rinascimentali, sulla storia moderna e contemporanea. Scrive su temi morali, in particolare su temi di etica sociale (famiglia, educazione, salute, economia, diritto, società internazionale, significato del sesso, etica del rapporto sessuale, fenomenologia ed etica del matrimonio). Scrive di filosofia, di psicoanalisi, di mistica, di estetica, di critica d’arte.
Significative le parole che Don Ennio scrive nell’opuscolo Realismo ed Estetica, estratto dall’opera La gnosi dei perfetti nell’arte e nell’estetica” a proposito dello sconfinato e contraddittorio mondo interiore dell’uomo:
«Prima del Vangelo l’uomo sapeva d’essere simile a Dio creatore del mondo nella gioia per la verità, bontà e bellezza dell’essere, ma dopo che Dio si è immerso nella storia umana per riscattare nella divinizzazione il dramma anche interiore dell’uomo, allora l’artista ha da rivivere in sé il dramma complesso dell’Uomo Dio che rivela non solo l’intimo di Dio ma anche le profondità abissali dell’uomo il quale riscatta nella bellezza della carità le più disordinate contraddittorietà dell’esistenza».
Da ricordare, infine, la stretta collaborazione che, da diversi anni, unisce l’attività culturale di Don Ennio con quella di Mons. Jean-Marie Gervais, Prefetto Coadiutore del Capitolo Vaticano nonché presidente dell’associazione di promozione sociale Tota Pulchra. Proprio per Tota Pulchra, il 10 febbraio del 2017, nella giornata che inaugurava l’esposizione dell’arte sacra contemporanea di Luigi Tosti presso il Palazzo della Cancelleria Apostolica, Don Ennio, nella veste di voce narrante, ha recitato alcuni passi delle Scritture, incantando gli uditori con la sua vasta cultura teologica e filosofica.
Per consultare la biografia e l’attività culturale di Don Ennio, cliccare sul seguente link: (http://www.fraternitasaurigarum.it/wordpress/?page_id=75)
Gabriele Russo