Di seguito un articolo scritto da Piermarco Parracciani, scrittore romano e collaboratore dell’associazione di promozione delle Arti Tota Pulchra.

In qualità di storico del cinema e dell’arte contemporanea collaboro alla rubrica cinema dell’associazione “Tota pulchra” del Capitolo Vaticano. L’associazione promuove la cultura su più fronti ed è molto attenta e presente anche agli eventi svolti nella capitale. Eventi di impegno sociale e civile. Molto importante e di grande rilevanza socio-culturale è “Il cinema in piazza San Cosimato” nel cuore di Trastevere (dal 1 giugno al 1 agosto). Trastevere è uno dei rioni più affascinanti di Roma. Ogni vicolo è un mondo tutto da scoprire. Strati di storia si sovrappongono in un insieme di strade, monumenti e chiese. Passando per Piazza Trilussa sembra di scorgere da lontano l’anima del famoso poeta che con aria scherzosa ama farsi beffe del caos della società moderna. Giuseppe Gioacchino Belli (altro grande poeta romano) è l’altra anima del quartiere che emerge dal passato ed insieme a Trilussa continuano ad innalzare il dialetto romanesco a lingua poetica.   Trastevere è er core de Roma. Piazze e vicoli brulicanti di attività, bambini e ragazzi che giocano a pallone e che trasmettono la loro gioia a passanti e turisti. Un quartiere che ha origini molto antiche. Era detto “Trans tiberim”. In epoca romana era il centro cittadino al di là del fiume Tevere. Si sviluppò come quartiere residenziale che includeva ceti ricchi e poveri. Al centro del rione troneggia Santa Maria in Trastevere fatta costruire da papa Callisto I nel III secolo a.c. che è tra le basiliche dedicate alla Vergine più antiche di tutta Roma.

Oggi come nell’antichità l’anima popolare dei rioni di Trastevere riemerge in tutta la sua vitalità e umanità grazie all’evento “Cinema in piazza” organizzato dalla associazione Piccolo America. La passione, l’amore la fede e il coraggio di questi ragazzi ha portato alla realizzazione non solo di un evento culturale o di una rassegna ma ad un vero e proprio servizio sociale che è in grado di coinvolgere attivamente il rione e la città. Il cinema esce fuori dallo spazio buio della sala cinematografica per conquistare i cuori della piazza. Un cinema che promuove socialità e valori. Un “Nuovo cinema paradiso” è ancora oggi possibile. Sono proiettate pellicole di Bernardo Bertolucci, Alfonso Cuaròn e Paolo Sorrentino. Il pubblico diventa fruitore   attivo dell’estetica di questi grandi autori che tanto hanno dato all’arte cinematografica. Il cinema di Bertolucci è un cinema in continua sperimentazione che si evolve passando dal cinema scrittura al cinema figurazione (ricordiamo la spettacolarità dell’ ”Ultimo imperatore” 1987). Nella sua estetica poesia e cinema si intrecciano. “Prima della rivoluzione” 1964 si rifà alla Nouvelle Vague per quanto riguarda le tecniche di messa in scena. E’ un romanzo di formazione nel quale il giovane protagonista definisce la propria identità. Un ragazzo che affronta le problematiche del periodo che vuole essere autentico ma è frenato da insicurezze e paure. Rimane conformato intrappolato nell’Italia borghese e provinciale di quegli anni. Nel “Conformista” 1970 il regista mette in scena la cecità della borghesia fascista rappresentata dal protagonista interpretato da Jean Louis Trintignant (Marcello Clerici). Un uomo che come un insignificante automa esegue tutti gli ordini di uno spietato regime. In “Novecento atto I e II” 1976 Bertolucci evidenzia la lotta fra classi sociali che ha caratterizzato la prima metà del secolo scorso e oltre. Il riscatto del proletariato contadino dall’oppressione dei padroni. “L’ultimo tango a Parigi” 1972 è un film nel quale si intrecciano dolore, morte, disperazione e amore. Splendida l’interpretazione di Marlon Brando e di Maria Schneider. Due personaggi che rappresentano la crisi della società borghese dell’epoca. La libertà è suggerita ma rimane pur sempre controllata.

Alfonso Cuaròn è un regista messicano molto eclettico che spazia da un genere all’altro, dal dramma fiaba “La piccola principessa” 1995 al fantascientifico “Il paradiso perduto” 1998 e “Gravity” 2013. Quest’ultimo film che ha vinto sette premi oscar è a metà strada tra il commerciale e l’autoriale. Due astronauti dopo essere scampati ad un incidente si ritrovano a fluttuare nello spazio, a relazionarsi con i silenzi del cosmo infinito. La profondità di campo 3D mescola una elevata spettacolarità con uno spiccato realismo scenico.

 Panoramiche spettacolari, dolly e paesaggi mozzafiato, festini sfrenati, opportunisti, corrotti e personaggi decadenti. Questa è “La grande bellezza” 2013 di Paolo sorrentino. Una Roma dalle atmosfere magiche e surreali ma dietro la quale si nascondono covi di vipere e focolai di mafia e corruzione. Sarà sempre la fede e l’amore che trionferanno su tutto. Questo lo vediamo anche in “Le conseguenze dell’amore” 2004. Il cinico e chiuso protagonista Titta Di Girolamo scoprirà un’altra vita, un altro mondo fatto di sentimenti ed emozioni autentiche attraverso gli occhi di una cameriera d’hotel.  Sorrentino ci vuole dare un grande messaggio: “Ognuno di noi può costruire giorno per giorno una società dell’amore”.

 

Piermarco Parracciani

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