Il rapporto, l’interrelazione e la contaminazione tra arti visive e cinema risalgono al cinema delle origini e alle avanguardie storiche che arricchirono il linguaggio cinematografico attraverso nuove sperimentazioni. Tanti sono gli aspetti che riguardano il rapporto arte/cinema. Il medium cinematografico si trasforma in relazione con le altre arti visive: dai documentari su un artista o su una sua opera, dalle biografie d’artista a quelle su gruppi e movimenti, fino alle più originali sperimentazioni degli operatori del visivo. Il cinema diventa strumento dell’arte visiva entrando in rapporto con lo spazio del quadro. Lo vediamo nel Futurismo, Cubismo, Dadaismo, Surrealismo ed Espressionismo ma anche nell’estetica dell’avanguardia russa e nelle neoavanguardie. Dagli anni 40 in America e dagli anni 50 in Europa gli artisti sono influenzati dalle trasmissioni televisive che sperimentano la prima forma di video arte. Alla fine degli anni 50 molte opere di artisti come Nam June Paik e Wolf Vostell contestano i modelli culturali che contraddistinguono l’uso massificante della televisione. In Vostell l’immagine televisiva viene distorta, bruciata, cancellata nei Decollage. Con la messa in commercio nel 1965 del primo videoregistratore portatile della Sony si assiste alle prime rappresentazioni di video arte. L’universo del video si evolverà in ricerche estetiche molto variegate: arte concettuale, cultura pop, performance, happening, body art. Nell’ ultimo saggio che ho scritto, “Arte contemporanea e cinema la reciproca dialettica” Edizioni Progetto Cultura 2017, ripercorro l’evoluzione tecnologica ed estetica della video arte, analizzandone le figure dei principali protagonisti e seguendone con attenzione i progressi.