«In questo Palazzo Firenze, in pieno centro storico di Roma, circa quattro secoli fa il cardinale Giovanni Maria del Monte ospitò a lungo il suo protetto Michelangelo Merisi da Caravaggio. Oggi, in queste stesse sale cinquecentesche ospitiamo la mostra "Verso il 2021. Dante nell'arte contemporanea italiana": un evento - patrocinato dal MIBACT, e per il quale ringraziamo il Comune, la Biblioteca comunale "Dante Alighieri", il Comitato Dantesco e la Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno - col quale apriamo la serie di manifestazioni che la Società Dante Alighieri ha predisposto per le celebrazioni - nel 2021 - del VII Centenario della morte del sommo poeta».

Con queste parole Alessandro Masi, Segretario generale della "Dante", ha inaugurato, a Palazzo Firenze in piazza Firenze, una mostra che comprende opere - soprattutto litografie - di 15 artisti di chiara fama: artisti che dal 2006, uno all'anno, su invito del Comune di Foligno si son variamente cimentati, in occasione delle Giornate Dantesche, col mondo intellettuale, spirituale, religioso, dell'Alighieri, e soprattutto col "Pianeta Divina Commedia". Le opere sono state riprodotte da importanti stamperie d'arte in edizione limitata, e periodicamente inserite nelle ristampe anastatiche de l'“Editio Princeps", la prima edizione a stampa della "Commedia" dantesca: realizzata nel 1472, appena una ventina d'anni dopo la rivoluzionaria invenzione di Gutenberg, proprio a Foligno. Italo Tomassoni, critico d'arte possibile discendente proprio di quel Ranuccio Tomassoni che nel 1606, per un banale diverbio, in questa stessa zona di Roma veniva ucciso dal Caravaggio (che iniziava, così, il lungo calvario destinato a concludersi solo quattro anni dopo a Porto Ercole), ha pazientemente raccolto tutte le opere, appartenenti alla Collezione del Comune di Foligno, in vista appunto della mostra.

 «Ringraziamo la "Dante", storica organizzazione dalla serietà e dal rigore estremi - ha puntualizzato Italo Tomassoni - "per aver promosso l'allestimento di questa staordinaria mostra in cui trovate opere di 15 artisti che, pur nati e iniziati ad operare negli ultimi decenni del XX secolo, oggi esprimono le principali tendenze dell'arte italiana del XXI secolo. Artisti che si son variamente dedicati alla "Commedia" e a tutto l’immaginario dantesco: come già fecero Botticelli, Luca Signorelli, Durer, Dorè (l'indimenticabile illustratore di mitiche edizioni otto-novecentesche della "Commedia", N.d.R.), sino a Picasso e Dalì. Ma senza farsi condizionare da essi e cercando di trovare nelle situazioni della "Commedia" adeguati canali espressivi per i tormenti spirituali dell'uomo del Duemila. In queste opere, inoltre, troviamo pienamente realizzato il concetto dell'universalità dell'opera d'arte: che di per se, pur essendo sempre figlia di un genio individuale e di un preciso contesto storico, per esser veramente valida deve sempre parlare un linguaggio universale, sincronico».

Nelle sale cinquecentesche del Palazzo, suggestivamente illuminate, queste litografie - realizzate sempre in schema trialistico corrispondente alle 3 cantiche del poema dantesco, più una di introduzione - esprimono il talento di artisti come Omar Galliani, Ivan Theimer, Bruno Ceccobelli, Mimmo Paladino, Giuseppe Gallo, Gianni Dessì e vari altri. Tra suggestioni del passato (dal Michelangelo Buonarroti della Sistina, non a caso grande ammiratore dell'Alighieri, ai novecenteschi De Chirico e Arturo Martini) e richiami all'attualità (il Purgatorio delle immigrazioni, l'Inferno delle incomprensioni tra i Paesi della UE, ecc.), queste opere, inoltre, ricordano veramente - mutatis mutandis - la grande ricerca filologica compiuta dall' Alighieri, dal"Convivio" al "De vulgari eloquentia". Traspare da tutte loro, in varia misura, un forte senso di religiosità, ora più cupo (nella consapevolezza delle essenziali realtà di colpa e punizione), ora invece più sereno e orientato alla speranza (nell' ottica della redenzione dopo l'espiazione della colpa): con richiami anche all'esoterismo. "La Commedia dantesca - sottolinea l'artista romano Gianni Dessì - ormai fa parte veramente del nostro DNA: ed è sempre importante tornarci e ritornarci sopra, con gli strumenti sia del critico letterario e del filologo che dell'artista".

 La mostra è stata poi temporaneamente chiusa secondo le ultime disposizioni di legge: in attesa, possibilmente, di riaprire quanto prima, forse per Pasqua.   

 

Fabrizio Federici 

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