Luisa De Capola, venticinquenne di Giugliano in Campania, è una giovane scrittrice emergente nel panorama nazionale. Luisa, insieme ad altre aspiranti scrittrici, fanno parte della “Generazione Z” e rappresentano il fenomeno letterario del momento. Sogni, aspirazioni, emozioni e sentimenti vengono raccontati con l’innocenza e l’ironia che solo una ragazza semplice può avere insita nel cuore. Pascoli, nel suo saggio intitolato fanciullino, che venne pubblicato per la prima volta nel 1897 sulla rivista fiorentina Marzocco, spiega chi è il poeta e qual è la funzione della poesia.
Scrive: «È dentro noi un fanciullino che non solo ha brividi, come credeva Cebes Tebano che primo in sé lo scoperse, ma lagrime ancora e tripudi suoi. Quando la nostra età è tuttavia tenera, egli confonde la sua voce con la nostra, e dei due fanciulli che ruzzano e contendono tra loro, e, insieme sempre, temono sperano godono piangono, si sente un palpito solo, uno strillare e un guaire solo. Ma quindi noi cresciamo, ed egli resta piccolo; noi accendiamo negli occhi un nuovo desiderare, ed egli vi tiene fissa la sua antica serena maraviglia; noi ingrossiamo e arrugginiamo la voce, ed egli fa sentire tuttavia e sempre il suo tinnulo squillo come di campanello. Il quale tintinnio segreto noi non udiamo distinto nell’età giovanile forse così come nella più matura, perché in quella occupati a litigare e perorare la causa della nostra vita, meno badiamo a quell’angolo d’anima d’onde esso risuona».
Il ricorso a Pascoli è indicativo per raccontarvi la creatività di Luisa De Capola, che guarda il mondo con gli occhi della sana ingenuità, dell’innocenza, della vitalità e dell’intelligenza propria di una ragazza con tanti sogni nel cassetto. Le sue idee non si identificano con una ideologia ben precisa, perché esse si nutrono di emozioni e sentimenti sgomberando il campo dai vani pregiudizi a cui ci ha abituato la società odierna. Il linguaggio usato da Luisa è capace di scoprire l’autenticità e l’essenziale, visti come mezzi per recuperare la nostra identità e il rapporto con gli altri. Il suo messaggio è duplice: da un lato vuole farci prendere con serietà i mille problemi che la vita ci pone dinanzi e, al contempo, insegnarci che la vita è un percorso meraviglioso e che, dopo una notte oscura, c’è sempre un’alba pronta a irradiarci il viso di gioia e felicità.
Luisa ha avuto l’innegabile merito di descrivere e condensare la duplice sfaccettatura della vita nel suo libro, che rappresenta un inno vero di rinascita. E’ il cuore e l’amore che ci rendono persone migliori; sono i sentimenti a dare forma al mondo; è l’amore reciproco a colorarlo con le tinte più variopinte e luminose.
BREVE INTERVISTA
D: Luisa, cosa ti ha spinto a scrivere il tuo libro?
R: «Sono tanti i motivi che mi hanno spinto a cimentarmi in questa avventura. Se dovessi proprio dirtene uno, credo che esso risieda nel valore della dignità della vita. Credo che la vita sia un dono prezioso che Dio ci ha fatto e, di fronte alla sofferenza, di qualunque genere essa sia, l’uomo debba ricambiare con il suo attaccamento, testimoniato dalla parola rinascita».
D: Cosa è per te la rinascita?
R: «Rinascere vuol dire farsi carico dei problemi della vita e cercare di risolvere. Sophia, la protagonista del libro, ha accettato la sua malattia e, dopo l’esperienza della riabilitazione ha deciso di voltare pagina e riappropriarsi della sua vita. Sappiamo che uscire da una malattia non è facile, ma con la propria forza di volontà, con l’aiuto degli affetti più cari e col supporto della fede, non c’è sfida che non si possa vincere».
D: Perché parli sempre di tua nonna? Cosa ti ha insegnato?
R: «Mia nonna mi ha insegnato a mettere amore in tutto quello che faccio. Mi ha insegnato il valore della semplicità e delle piccole cose. Se ho deciso di dedicarmi alla scrittura è soprattutto per merito suo e dei suoi preziosi consigli. E’ il faro che illumina il mio cammino. Lei è stata a coniare l’espressione: ‘sono una penna stilografica classe ‘94’».
D: Cosa rappresenta per te la scrittura?
R: «Innanzitutto per me scrivere vuol dire dare libero sfogo alle proprie emozioni, In primis, lo faccio per questo. Poi è innegabile che mi piacerebbe far conoscere i miei libri ed essere apprezzata come scrittrice. Essere membri di una folta community di lettori dà un senso di conforto. Non da meno scrivere rappresenta per me una missione che ha lo scopo di rendere partecipi i lettori e sensibilizzarsi sui tanti problemi che la società ci tiene occultati. Il disagio, in tutte le sue sfaccettature, è uno di questi».
D: Quali sono i tuoi progetti futuri?
R: «Spero che il mio libro sia letto e apprezzato per quello il messaggio che vuole donare al mondo: la rinascita dopo il calvario. Ho tanti progetti in cantiere: vorrei continuare a scrivere libri diversificando la mia produzione per orientarla su altri argomenti di attualità. Amo informare e sensibilizzare la gente. Odio la superficialità e la mancanza di spirito critico. Credo che è nostro compito, e parlo a nome di tanti giovani che tentano di emergere a fatica in una società poco meritocratica, cercare di esprimere tutto il nostro potenziale, le nostre capacità per dire al mondo che ci siamo e valiamo».
BREVE PROFILO AUTOBIOGRAFICO
Ciao a tutti, mi chiamo Luisa De Capola, ho venticinque anni e sono originaria di Giugliano in Campania in provincia di Napoli. Ho conseguito il diploma tecnico in ragioneria ma, nonostante un percorso di studi poco inerente con la mia precoce passione di scrittrice, sono sempre stata legata alla lettura critica e alla produzione letteraria. Ho cominciato a muovere i primi passi nella letteratura annotando pensieri, cose quotidiane e piccoli racconti tra le pagine dei miei diari. Mi è sempre piaciuto scrivere a “mano” facendomi inebriare dall’odore dell’inchiostro della mia penna stilografica e dalle pagine di carte sulla quale imprimevo le mie emozioni.
Ad un certo momento, come in ogni cosa, è arrivato il cambiamento inevitabile. Che ho accettato con grande gioia! La mia sete di conoscenza alimentava la mia irrefrenabile voglia di dedicare anima e corpo alla scrittura. Si, ero decisa a fare questa scelta per la vita. In me ero fermamente convinta che null’altra cosa al mondo avrebbe potuto darmi più felicità di passare le mie giornate a scrivere romanzi che restassero come tracce indelebili nella nostra memoria. Poc’anzi vi raccontavo del cambiamento inevitabile, ebbene, quei meravigliosi diari che hanno accompagnato la mia infanzia, sono stati sostituiti dai fogli di Word. Lì è cambiato totalmente il mio modo di approcciarmi alla scrittura: ho riscoperto una nuova Luisa, più accattivante, decisa e travolgente nel modo di raccontare le sue storie. Leggere tanto mi sta aiutando ad affinare il mio stile di scrittura ed a cimentarmi in storie emozionanti.
Oggi, seppur con molti sacrifici, sono arrivata a scrivere il mio primo romanzo e a creare un blog ufficiale dove, in questo difficile momento per il Paese, cerco di allietare gli umori e le coscienze della mia gente pubblicando piccoli racconti e condividendo pensieri ed emozioni.
Una frase che mi rappresenta molto è: ‘sono una penna stilografica classe ‘94’. A coniarla è stata la mia dolce nonna che - intuendo il mio talento ancora acerbo per la tenera età (all’epoca avevo solo 9 anni!) - ha cercato di racchiudermi, sintetizzare il mio estro creativo in una espressione simbolica. Molte volte la scintilla di una passione scocca perché c’è qualcuno che crede in noi e in quello che facciamo. Mia nonna ha creduto in me: ecco perché a lei, alla sua intuizione e ai suoi continui sproni devo in parte quello che sono diventata oggi. Non solo, mi ha anche consigliato di scrivere mettendo al centro di tutto il cuore ed i sentimenti. E’ stata una lezione di vita di cui faccio tesoro costantemente.
IL GIORNO DELLA TANTO AGOGNATA PUBBLICAZIONE
La ragazza con il girasole tatuato è il titolo del mio libro pubblicato in e-Book e cartaceo il 4 dicembre 2019 sulla piattaforma di “self publishing” di Amazon (il 14 febbraio è arrivato anche in lingua inglese). Ci tengo a precisare che, non avendo un editore a causa dei costi alti di stampa, ho pensato di pubblicare (da me) il mio libro senza cedere i diritti.
L’idea di scrivere un libro arriva dalla voglia di diffondere un messaggio di rinascita. Il tema, infatti, è di natura sociale-educativo e riguarda nella fattispecie i disturbi del comportamento alimentare quali: l'anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (o binge eating disorder, BED).
La protagonista Sophia, infatti, è un’ex anoressica nervosa che, dopo essersi curata a fatica in un centro riabilitativo, sta tornando lentamente ma progressivamente alla vita tentando di tessere quei legami sociali spezzati dallo spettro della malattia. Nell’attesa della vita la sua mente si scontra dolcemente col pensiero fisso di Fabio, un giovane avvocato rimasto colpito dal girasole che la povera ragazza ha tatuato sul polso. Anche per Fabio, che ha attraverso momenti di sofferenza nella sua vita, il girasole rappresenta l’occasione della rinascita, di quel voltar pagina e gettarsi tutto alle spalle. Il libro ci invita ad una riflessione: potrà mai la forza di un girasole resistere alla potenza di un uragano?