Roma, 14 aprile. - Un patentino dell'immunità da Coronavirus? E' quello che ci vorrebbe per poter tornare alla vita normale in attesa del vaccino, secondo Maria Stella GIORLANDINO, proprietaria della rete Artemisia Lab. Una battaglia che si è scontrata con l'alt della Regione Lazio. "Lo screening- ha detto la GIORLANDINO all'agenzia Dire- che va ripetuto dopo 15 giorni, permette di avere indicazioni circa il proprio aspetto immunologico rispetto alla malattia. Con una apparecchiatura particolare è possibile rilevare se nel nostro organismo abbiamo o meno sviluppato l'immunità al virus. Alla Regione non piace il termine 'patentino', tuttavia si tratterebbe di 'un percorso di salute', atto a garantire alla popolazione una ripresa soprattutto per quel che riguarda il mondo del lavoro. Aggiungerei inoltre che facendo il tampone dopo un test sierologico dubbio, saltando i tempi di attesa della comunicazione alla Asl, si eviterebbero morti come quelle del medico di Tor Vergata". Quindi l'appello: "Mi rivolgo, non tanto al presidente Nicola Zingaretti o alla Regione, ma direttamente al Paese e al presidente della Repubblica: è il momento di essere chiari, lasciamo stare le app. Prima di controllare 'dove sta' una persona cerchiamo di capire 'come sta'". Come? "Con un percorso clinico che preveda lo screening e il periodo 'finestra' di 20 giorni prima di ripeterlo, da effettuare ai lavoratori e perché no, agli adolescenti che sono considerati gli 'asintomatici'". Anche perché, "l'anno 0 per questo virus non ci sarà mai, non ci arriveremo stando chiusi in casa ma solo grazie al vaccino". Necessari quindi contribuiti alle aziende private anche perché il pubblico non può farsi carico di tutta la popolazione e in questo modo evitiamo che si possa innescare nuovamente l'emergenza nei Pronto soccorso". Dalla proprietaria delle cliniche Artemisia infine, il monito: "No alle posizioni ideologiche e cristallizzate ma buon senso e stop a guerra pubblico-privato per fare gli interessi dei cittadini".
Fonte: DIRE
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