Ogni qual volta che rispondo a chi chiede in quale Paese estero vivo e alle successive domande, mi ritrovo ancora di fronte a facce sorprese e non compiaciute. Infatti, anch'io, pur trovandomi in questo splendida terra, ricca anche dei moderni contrasti, mi stupisco dei continui e repentini cambiamenti che attraversa.
La Polonia, dunque, è radicalmente cambiata rispetto ai primi anni post PRL, presentandosi sempre più come un paese giovane moderno, fatto sempre più dai giovani e proiettato (a volte anche troppo) verso il futuro e tutte le sfide della globalizzazione. Ecco quindi che tra le tante differenze tra l'Italia e la Polonia che mi trovo a spiegare ai miei connazionali, sicuramente quella più netta è l'attrazione delle nuove generazioni verso il settore lavorativo privato invece che nel pubblico, considerato poco remunerativo e gratificante. Questo deriva dal proliferare delle numerose multinazionali che decidono di investire qui attratte anche da un costo del lavoro più basso, una valuta conveniente rispetto all'euro, da ottime infrastrutture (per es. l'autostrada Berlino – Varsavia) e da una forza lavoro molto giovane e preparata soprattutto riguardo la conoscenza delle lingue straniere.
Poi è tutto molto più interconnesso e multimediale rispetto che da noi, compresa la burocrazia, tanto che anche un pezzo di pane si può pagare con la carta di credito da molti anni ormai. Inoltre i polacchi sono un popolo molto orgoglioso e patriottico (non solo quando gioca la loro nazionale) che viaggia molto, non più come prima per emigrare, ma piuttosto per imparare le lingue e nuove competenze per poi tornare ad arricchire e far grande il proprio paese.
Poi certo personalmente penso che il passaggio in un paio di decenni da una chiusura totale verso il mondo esterno e un appiattimento culturale, a una globalizzazione e modernità galoppante in tutti i settori, ha creato sicuramente dei contrasti tra le generazioni; ad esempio tra chi lavorava nelle compagnie statalizzate e i loro figli dipendenti in multinazionali estere, che spesso lavorano per mercati esteri e non in polacco.
Questi ultimi, i giovani, sono quelli che mi hanno sorpreso di più perché sono molto competitivi (a volte troppo) hanno voglia di riuscire a fare, nella carriera e nella vita personale, quello che ai loro genitori non era permesso fare. Quindi, ad esempio, subito dopo gli studi la maggior parte dei polacchi ha un lavoro, accende un mutuo per casa e macchina e si crea una famiglia, spesso spinti però dai loro genitori.
Però nello stesso tempo spesso desidererebbero godersi con più calma la vita moderna che la Polonia di oggi offre, quindi può succedere che molti di loro siano troppo stressati (frequenti i burn-out) o cadono in depressione e a volte nell’alcolismo, forse una delle più significative piaghe sociali del paese. In generale i polacchi sono di poche parole, molto pratici, a volte forse poco flessibili e dei gran lavoratori, ma soprattutto nel weekend si lasciano andare a molti brindisi in compagnia con una buona birra locale o della vodka, che qui assume un aspetto culturale come da noi il vino.
Questa terra poi sta esplodendo anche a livello turistico, nonostante il clima non mite la maggior parte dell’anno. Numerosi sono oggi i collegamenti aerei low cost verso tutt’Europa e non solo, ma anche le arterie stradali e le infrastrutture sono in continuo riammodernamento sfruttando sapientemente anche i numerosi fondi europei.
Dal punto di vista culturale il paese sta investendo molto, valorizzando le città storiche come soprattutto Danzica, Wroclaw, Poznan, Krakow e Torun, che poi sono quelle che consiglio di più di visitare. A tal proposito ricordiamo il nuovo museo sulla II Guerra Mondiale a Danzica e a Cracovia è possibile ammirare il famoso quadro di Leonardo “La Dama con l’Ermellino” oltre che ovviamente Auschwitz e le Miniere di Wieliczka.
Poi ricordiamo che il Paese è uno dei più cattolici al mondo e quindi ricco di un vasto patrimonio artistico – religioso. Anche nella gastronomia la Polonia sta facendo passi da gigante rivisitando ad esempio la tradizionale cucina ricca di zuppe, prodotti affumicati o fermentati , che pur molto gustosa per chi non abituato poteva risultare pesante; oltre alla continua aperture di tanti locali di cibo etnico e moltissime pizzerie degne di Napoli, che solo qualche anno fa non esistevano.
Per la parte conclusiva conclusive, come mi piace dire ironicamente, sono finito in un posto completamente agli antipodi rispetto all’Italia e ancor di più al mio Salento. Qui infatti non si ha tempo per litigare sulla storia passata o filosofeggiare come da noi, ma si pensa alle sfide del futuro. Per non essere fagocitato da esse e avere un posto sempre più da protagonista in Europa e nel mondo. Ecco però che chi vorrebbe un equilibrio tra il paese di Dante e quello di Copernico perché soprattutto ora che molti polacchi viaggiano e studiano molto fuori stanno venendo a galla dei contrasti, a volte duri, su diritti sociali e civili, con l’altra parte della popolazione più tradizionale e meno aperta ai cambiamenti.
Ma credo che la Polonia sia ancora relativamente una giovane democrazia per essere giudicata e che l’unità dei polacchi verso i problemi esterni invece sia straordinaria tanto che alla fine riescono spesso a dimenticare e mediare i problemi interni, proprio perché sono interni. Questo perché appunto sono un Paese ancora nuovo e con tanta voglia di migliorare e alla fine concedetemi di dire con poco da perdere rispetto al buio passato, dunque caparbio e impavido verso le moderne sfide, sulle orme forse di due grandi “condottieri polacchi” come Lech Walesa e Giovanni paolo II. Infine, come non sottolineare che qui la cultura e il life style italiano hanno sempre avuto fascino, forse proprio perché diversi dai canoni polacchi ma originali e innovativi, tanto da inspirare in tutti i settori verso qualcosa di bello come il Bel Paese appunto.
Error
Guido Occhionero
Error
Sono originario di Lecce, nel profondo sud dell'Italia, quindi comunicativo per natura, poi politologo per formazione svolta presso le Università di Perugia e Luiss di Roma, dove vivevo in un Campus Universitario.
Ho una vasta esperienza professionale maturata presso istituzioni statali italiane, oltre che nel settore dell'istruzione. Nel frattempo, ho fatto molte esperienze educative come volontario in progetti europei in UK e Danimarca; poi sono stato anche educatore e guida turistica per adolescenti in UK e Irlanda. Ho partecipato al “Progetto Erasmus Plus” dell'UE, in qualità di mediatore interculturale in un'organizzazione sociale e di beneficenza in Galles e il progetto “Theatre for community”, dove ho rappresentato teatro per persone con sindrome di Down nel Gloucestershire. Inoltre, durante il mio Master a Roma, ho avuto la straordinari possibilità di effettuare un periodo di volontariato in Vaticano.
Sono arrivato in Polonia 4 anni fa come Stuart per Ryanair, con sede all'aeroporto di Danzica.
Successivamente, mi sono innamorato di questo paese e di una ragazza polacca e ho deciso di tornare a lavorare in ufficio. Adesso lavoro da quasi 5 anni nelle Multinazionali come contabile per il mercato italiano e angloamericano. Ho vissuto tra le città di Danzica, Poznan e Wroclaw e, attualmente, mi trovo stabilmente a Gdynia affacciata sul Mar Baltico.
In privato sono un giramondo, con più di 30 paesi visitati e anche un amante del cibo e della geopolitica. Infatti, quando ero uno studente a Perugia, scrivevo guide turistiche pubblicate su una rivista universitaria e ho partecipato all'organizzazione di varie edizione del Festival Internazionale del giornalismo come freelance. Per deliziare il mi palato, poi, ho scritto anche recensioni sui ristoranti in Polonia per una rivista online in lingua inglese dedicata agli Expat.
Durante la mia permanenza in Polonia, mi piace partecipare a circoli di discussione internazionali (ad esempio “Incontri Couchserfing”) e incontri di integrazione di amanti del cinema e della cultura italiani. Ultimo, ma non meno importante come hobby, sto facendo lezioni private di cultura e lingua italiana ad alcuni colleghi e amici polacchi.
Alla fine potrei dire che tutte quelle esperienze sopra hanno contribuito a rendermi una persona curiosa di mentalità aperta, ma anche con i miei forti valori cattolici, con una sensibilità multiculturale che si adatta facilmente al posto e alla cultura in cui si trova facendo proprie le tante storie e insegnamenti delle persone che ho incontrato sul mio cammino.