Presso il bar-ristorante "Tucci" di Piazza Navona, in una bella giornata di sole, si è svolto il tradizionale incontro di Natale di "Tota Pulchra". In apertura, il Presidente, Mons. Gervais, ha fatto un bilancio delle iniziative dell'associazione nel 2020 - ugualmente proseguite nonostante la tempesta della pandemia - e ha invitato tutti i soci a pensare a nuove idee per il 2021: sempre nello spirito di Tota Pulchra, nella quale operano persone dalle più varie formazioni religiose e politiche, ma accomunate da un'identica passione per l'arte e la cultura in genere, come fattore appunto di elevazione sociale.
Erano presenti, naturalmente, vari membri dello staff: come Danilo Maira, "padrone di casa" (che ha perfettamente organizzato l'incontro conviviale, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza), Lorenzo Patruno, Antonio Tibaldi alla registrazione degli ospiti e al rilascio di nuove tessere. E tanti ospiti di varia formazione ed esperienza professionale: Salvatore Autovino Jr, Direttore della libreria "La Leoniana" di Via dei Corridori (con cui, ricordiamo, Tota Pulchra ha attiva una convenzione per sconti ai soci), con la mamma, Ilian Rachov, celebre artista bulgaro, Daniel Dellosso, agente finanziario per la Mediolanum, con la moglie, Homar Iafisco, parrucchiere affermato e scrittore emergente. Poi Enrichetta Arci, presidente dell'associazione "Giampiero Arci" (che promuove iniziative sociali nel ricordo appunto di Giampiero Arci, avvocato, docente universitario, consigliere regionale Vicepresidente della commissione Bilancio della Regione Lazio, nella legislatura 2000-2005), Nizar Ramadan, editore di K metroO.it, testata specializzata in politica internazionale e specialmente europea, Alexandra Tercero, ecuadoregna, mediatrice culturale, con gli amici Natali Ochoa e Johanth Chacón, stilista venezuelano, Mirko Visintin, cantautore e operatore sociale, Cristiana Giani, esperta di bilanci e tematiche aziendali, con un amico, e vari altri. Chi scrive ha ricordato Giancarlo Raspa, socio di Tota Pulchra, improvvisamente scomparso a novembre scorso, più volte intervenuto alle riunioni dell'associazione, sempre con proposte concrete: infaticabile organizzatore di iniziative culturali d'ogni tipo.
L'incontro è stata anche un'utile occasione per parlare a fondo con Danilo Maira, come il padre, Stefano, importante operatore nel settore ristorazione, dei problemi della categoria, senz'altro tra le più colpite (così come albergatori, e operatori vari del turismo e di tutto lo spettacolo) dalle conseguenze economico-sociali della pandemia. "Il momento attuale", precisa Danilo, "bene o male migliora, sul piano sanitario, rispetto a marzo-aprile scorsi, sul piano socio-economico forse in realtà è peggiore di quei mesi. Perché allora, pur nel dramma della chiusura forzata e del drastico calo degli incassi, speravamo tutti (come poi in effetti è stato) in un miglioramento della situazione con l'arrivo della bella stagione e il possibile calo dell'epidemia. Ora, invece, ci troviamo nuovamente nell'incertezza grave, per l'alternarsi di riaperture e poi nuove chiusure di ristoranti e bar, la conseguente difficoltà di pagare regolarmente gli stipendi ai dipendenti: coi conseguenti drammi umani, legai soprattutto agli inevitabili licenziamenti di personale. Mentre accedere al primo pacchetto di aiuti promosso dal governo in primavera scorsa è stato veramente difficile e farraginoso (e, purtroppo, riservato solo a pochi "eletti"), né mi sembra troppo diverso ora, con gli aiuti del "Decreto Ristori": buoni per l'affitto di locali compresi, che si stanno rivelando di scarsa utilizzabilità". Che strategie di sopravvivenza stanno adottando allora, i ristoratori di Roma? "Noi", precisa sempre Danilo, "titolari di un bar-ristorante attivo da decenni in una zona ricca di siti artistico-culturali e di importanti testimonianze religiose come Piazza Navona, abbiamo sempre avuto una clientela fatta soprattutto di turisti, viaggiatori vari, e pochi romani di buon livello culturale (come artisti, intellettuali, dipendenti dei vari uffici esistenti in zona, ecc....). Chiaramente, coi lockdown di quest'anno tutta questa clientela s'è molto ridotta: allora stiamo cercando di andare ugualmente avanti, tenendo aperto il più possibile, migliorando ancora la nostra offerta gastronomica - che resta, comunque, basata soprattutto sulla cucina romana - e contando più su quella parte di clientela fatta soprattutto di cittadini (residenti in zona e non). Ma senza una vera politica statale per tutto il settore ristorativo, turistico, alberghiero, che affronti a fondo i problemi senza incertezze e ripensamenti, sarà sempre più difficile andare avanti".