Il convegno culturale “Beata Maria Cristina di Savoia” di Ravanusa  si è tenuto domenica 31 gennaio 2021. 

In  streaming è stato trasmesso “Regalità e Santità nella figura della Beata Maria Cristina di Savoia” ricordando  il 185° Anniversario del dies natalis della “Reginella santa”, come ancora oggi la chiamano affettuosamente i napoletani.

Al convegno hanno partecipato nell’interesse di Mons. Jean Marie Gervais Presidente dell’associazione culturale TOTA PULCHRA a favore delle sedi presso la regione Calabria e Sicilia: Pennica Calogero Antonio avvocato del foro di Agrigento e il Security Manager Vincenzo Chiapparo di Aragona.

Pennica e Chiapparo si sono distinti per una breve, ma significativa presentazione della figura riguardante la Beata Maria Cristina di Savoia e in accenno agli eventi in programmazione in Sicilia e in Calabria da loro organizzati tramite Tota Pulchra.

Presieduto il convegno dalla prof.ssa Lilla Aronica è stato dato un particolare risalto al calendario religioso ricordando un importantissimo santo: San Giovanni Bosco ( 1815) coevo della Beata (1812);  questi santi svolsero una vita esemplare rivolta esclusivamente al bene della società più povera, più bisognosa, rivolta ad assicurare, specialmente ai giovani per un’esistenza di lavoro e di onestà. Testimonianza storica sono i primi contratti scritti per l'apprendistato, portano tutti la firma di don Bosco e dell’operato di Maria Cristina. I primi laboratori e corsi di formazione professionale partono dai santi, una formazione artigianale dove alle persone di ogni età senza futuro si insegnava una professione e un mestiere specializzato. 

Ruolo fondante quello della Beata Maria Cristina con il suo sacrificio di togliere i ragazzi dalla strada, dallo sfruttamento e dalla prostituzione. A lei in gran parte si deve quella che era allora e lo è ancora oggi la realtà di San Leucio. Maria Cristina, per molti aspetti, precorre i tempi ed è la donna imprenditrice di adesso nell’accezione positiva del termine. Donna di profonda spiritualità e umiltà, vissuta solo fino a ventiquattro anni dei quali tre di regno: regina, moglie, madre. Anni intensi, pieni, illuminati dalla luce di Dio.

Relatori dell’evento erano:

➢ Ing. Antonino Sala – Ingegniere e Professore presso Istit. Stat. di Istruz. Superiore,  Saggista, - Cancelliere della Real Compagnia della Beata Maria Cristina di Savoia Regina delle Due Sicilie -Balivo dell’Ordine Teutonico (Santa Sede), -Cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e del Sacro Ordine Costantiniano di San Giorgio. Si è soffermato a parlare della Santità come percorso di perfezione cristiana nella Beata Maria Cristina.

➢ Prof. Tommaso Romano – Docente presso Istit. Stat. di Istruz. Superiore e presso diverse Università anche straniere, Scrittore, autore di ben 300 volumi ed Editore, -Cittadino onorario della città di Baucina, --Governatore della Real Compagnia della Beata Maria Cristina di Savoia Regina delle Due Sicilie, -Cavaliere del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (Madrid) e Commendatore dell’Ordine al Merito di Malta.

Ha illustrato l’Aspetto storico e il tema della regalità nella figura della Beata

 

Autori  entrambi,tra l’altro, del libro scritto a quattro mani “La Beata  Maria Cristina di Savoia Regina delle Due Sicilie  (1812-1836) - Regalità e Santità” Palermo, ISSPE, 2013.

“Nella persona della regina Maria Cristina, dicono gli autori,  si coniugano i valori più alti della fede cristiana e del servizio verso il suo popolo. Un esempio mirabile di sovrana misericordiosa, di moglie amorevole e di madre generosa.”

Coordinatore e regista dell’incontro era il Notaio, Dott. Salvatore Abbruscato.

A dare i saluti c’erano oltre alla Presidente del Convegno di Ravanusa, Prof.ssa, Lilla Aronica, anche l’ Assistente Spirituale del Convegno, Don Filippo Barbera, Arciprete presso la Chiesa Madre “San Giacomo” di Ravanusa e la Delegata dei Convegni “Beata Maria Cristina di Savoia” –Sicilia, Prof.ssa Flora Montana

Brevi cenni storici della figura della Beata Maria Cristina di Savoia

Figlia di Vittorio Emanuele I (1759-1824) e di Maria Teresa d’Asburgo Lorena (1773-1832). Nacque il 14 novembre 1812 a Cagliari, dove Casa Savoia si trovava in esilio, essendo il Piemonte occupato dalle forze napoleoniche. Subito venne consacrata a Maria Santissima. Adolescente, dopo l’abdicazione del padre Vittorio Emanuele I a favore di Carlo Felice (1765-1831), il soggiorno a Nizza, il trasferimento a Moncalieri (dove il padre morì) e dopo una breve sosta a Modena, si stabilì con la madre e la sorella Maria Anna (1803-1884), che diverrà Imperatrice d’Austria, a Palazzo Tursi nella città di Genova. Tutte e tre nel 1825 decisero di recarsi a Roma per l’apertura dell’Anno Santo: la paterna benevolenza di Papa Leone XIII, la solennità delle sacre funzioni, la visita alle numerose chiese, ai tanti monasteri e alle catacombe fecero accrescere d’intensità la fede di Maria Cristina.

Appena ventenne, dopo la morte della madre, lasciò Genova, sola ed affranta, per volere di Re Carlo Alberto (1798-1849), che la invitò a raggiungere Torino. A sorreggerla e confortarla in tanto succedersi di lutti e distacchi, non le rimase che la sua salda e forte fede, così forte che avrebbe desiderato divenire monaca di clausura, ma Carlo Alberto, la Regina Maria Teresa di Toscana (1801-1855) e l’entourage di Corte cercarono di dissuaderla, ricordandole le ragioni di Stato. Infine, il suo direttore spirituale, l’olivetano Giovan Battista Terzi, fece cadere ogni sua resistenza. Scriverà: «Ancora non capisco come io abbia potuto finire, col mio carattere, per cambiare parere e dire di sì; la cosa non si spiega altrimenti che col riconoscervi proprio la volontà di Dio, a cui niente è impossibile». Il 21 novembre 1832 nel Santuario di Nostra Signora dell’Acquasanta, presso Veltri, venne celebrato il matrimonio con Ferdinando II delle Due Sicilie (1810-1859). La Regina decise, in accordo con il Re, che una parte del denaro destinato ai festeggiamenti per le loro nozze fosse utilizzato per donare una dote a 240 spose e per riscattare un buon numero di pegni depositati al Monte di Pietà.

(SALA)Il suo credo cattolico non fu un sentimento, ma un fatto di vita: ogni giorno assistette alla Santa Messa; non giunse mai al tramonto senza aver recitato il Rosario; suoi libri quotidiani furono la Bibbia e l’Imitazione di Cristo; partecipò intensamente agli esercizi spirituali; fermò la carrozza, ogni qual volta incontrasse il Santo Viatico per via e si inginocchiò anche quando vi fosse fango… in cappella tenne lungamente lo sguardo sul Tabernacolo per meglio concentrarsi su Colui ch’era padrone del suo cuore. Affidò la protezione della sua esistenza a Maria Santissima e donò il suo abito da sposa al Santuario di Santa Maria delle Grazie a Toledo, dove tuttora si conserva con venerazione.

Non si occupò del governo dello Stato, ma fu assai benefica la sua influenza sul marito, che con coraggio si oppose alle idee risorgimentali e liberali. «Cristina mi ha educato», soleva dire Ferdinando II, avvezzo all’uso di espressioni talvolta indecenti, ed ella divenne la sua preziosa consigliera, trasformandosi nel suo «Angelo», come egli stesso la chiamava. Benedetto Croce riferisce che Maria Cristina ottenne per molti condannati a morte la grazia e fra questi persino Cesare Rosaròll (1809-1849), il quale cospirò per uccidere Ferdinando II.

Fu donna di intelligenza non comune, colta ed esperta in discipline come la fisica e la classificazione delle pietre preziose. Le eccezionali esperienze mistiche e di estasi arricchirono il suo profondo cammino spirituale. Inoltre la sua umiltà e la sua carità erano immense e conquistarono i napoletani: inviava denaro e biancheria, dava ricovero agli ammalati, un tetto ai diseredati, assegni di mantenimento a giovani in pericolo morale, sosteneva economicamente gli istituti religiosi e i laboratori professionali, togliendo dalla strada gli accattoni.

Una donna di grande attualità e all’avanguardia direi, una manager ….

L’opera più grande legata al suo nome fu la «Colonia di San Leucio», con una legislazione ed uno statuto propri, dove le famiglie avevano casa, lavoro, una chiesa ed una scuola obbligatoria. L’attività produttiva era basata sulla lavorazione della seta che veniva esportata in tutta Europa.

Il 16 gennaio 1836 nacque Francesco II, l’ultimo Re di Napoli, che verrà detronizzato dalla nefasta e massonica impresa garibaldina. Ma il parto condusse alla morte la giovane Maria Cristina, morte che lei stessa aveva predetto e che accolse con rassegnazione, nella gioia di dare al mondo una nuova creatura di Dio. Era il 31 gennaio e le campane suonarono il mezzogiorno. Maria Cristina, con in braccio il tanto atteso Francesco, giunto dopo tre anni di matrimonio, lo porse al sovrano, affermando: «Tu ne risponderai a Dio e al popolo… e quando sarà grande gli dirai che io muoio per lui».

La beatificazione di Maria Cristina di Savoia, regina di Napoli, rientra in un certo qual modo nella “santità regale” che ha coinvolto anche casa Savoia.

Infatti , diversi membri di tale casa reale sono stati riconosciuti santi o beati,  mentre di altri è in atto la causa di beatificazione o canonizzazione: Francesco II di Borbone, l’unico figlio che Maria Cristina diede alla luce.

 

Avv. Calogero Antonio Pennica

Vincenzo Chiapparo

 

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