Simone, detto Pietro è stato uno dei dodici apostoli di Gesù; la Chiesa cattolica lo considera il primo papa. Nato in Galilea, fu un pescatore ebreo di Cafarnao.
La principale fonte storica per conoscere la vita e l’operato dell’apostolo è costituita dai quattro vangeli e dagli Atti degli apostoli, tutti trascritti in lingua greca. Altra fonte è costituita dagli scritti apocrifi a lui attribuiti, e oltre a questi vi sono due lettere che nel canone biblico sono a lui attribuite. I vangeli sinottici di Matteo, Marco e Luca ci narrano come avvenne la chiamata di Pietro in riva al mare di Galilea, detto anche lago di Genesaret. Gesù chiese a Simone di salire sulla sua barca e disse agli altri pescatori di raggiungere il largo e gettare le reti, ed essi ottennero una pesca miracolosa, così abbondante che fu necessario chiamare in aiuto un'altra barca. Simone capì che si trattava di un miracolo, rimase quindi sopraffatto e cadde ai piedi di Gesù che gli annunciò che da quel momento in poi sarebbe diventato pescatore d'uomini. Lo stesso disse agli altri, e tutti tirarono le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono, come ci narrano i vangeli di Matteo e di Luca. Gesù disse a Simone:” ti chiamerai Cefa “ che vuol dire Pietro.
Pietro , prima ancora di incontrare Gesù, aveva seguito il Battista, che predicava l'avvento di un Messia. Era un periodo storico in cui l'idea di un Messia, inteso come capo spirituale, che fosse in grado di dare precise regole religiose , e guidare il popolo , era piuttosto sentita. Nell’incontro con Gesù, Simone si accorse di avere di fronte un uomo dotato di un notevole carisma personale, nonché di doti taumaturgiche straordinarie e ne fu completamente affascinato e talmente colpito che senza esitare, alla domanda di seguirlo, rispose affermativamente.
Pietro era spontaneo nelle sue reazioni, impetuoso, ma anche disposto a comprendere i propri errori e a imparare. Ammirava il suo maestro e lo seguiva senza alcuna remora, con tanto amore e fiducia e spesso lo interrogava per riceverne insegnamenti. Una volta Pietro gli chiese se bisognava perdonare fino a sette volte ed il maestro rispose “ settanta volte sette”. A Gerusalemme Pietro gli chiese quale fosse la ricompensa che meritavano coloro che, come lui, avevano lasciato tutto per seguire Gesù; ricevette questa risposta:” per questa vita, una famiglia spirituale e dopo la morte, la vita eterna.”
Cito un altro episodio che dimostra la grande venerazione di Pietro verso Gesù. Dopo il discorso a Cafarnao sul pane di vita, a seguito del quale parecchi discepoli abbandonarono il maestro, quando Gesù domandò ai dodici se anche loro volevano andarsene, Pietro rispose a nome di tutti dicendo: "Signore, da chi andremo? Solo tu hai parole di vita eterna".
Ulteriori documenti che riferiscono gli avvenimenti succedutisi dall'arrivo di Pietro nella città eterna fino al suo martirio sono nei testi apocrifi, denominati "Atti di Pietro" (composti in greco nella seconda metà del II secolo), di contenuto abbastanza favolistico e senza dubbio poco fedeli alla realtà: testimonianza comunque di una devozione molto antica che vedeva in Pietro il padre evangelizzatore della città eterna.
Pietro venne arrestato e secondo antiche tradizioni rinchiuso, con Paolo, all'interno del carcere Mamertino (su cui poi sorse la chiesa di San Pietro in Carcere) ed ancora si narra che i due carcerieri, che poi furono consacrati santi coi nomi Processo e Martiniano, perché avevano visto i miracoli operati dai due apostoli, chiesero il battesimo. Allora Pietro, con un segno di croce verso la Rupe Tarpea, riuscì a farne scaturire dell'acqua e con essa battezzò i due carcerieri che subito dopo aprirono loro le porte per invitarli alla fuga, venendo però scoperti e giustiziati. Pare che questa sia una leggenda considerato che il carcere Mamertino era destinato a prigionieri che si dovevano custodire con attenzione (basti pensare a Giugurta e Vercingetorige) e non certo a un uomo come l'apostolo, che non era considerato un uomo pericoloso tale da essere rinchiuso in quel carcere ; la tradizione è comunque molto antica e la trasformazione del carcere in chiesa si fa risalire al IV secolo per volere di papa Silvestro I.
Fuggito dal carcere, Pietro si diresse verso la via Appia, ferito per la stretta delle catene. Nei pressi delle terme di Caracalla secondo la tradizione avrebbe perso la fascia che gli stringeva una gamba, oggi custodita nella chiesa dei Santi Nereo e Achilleo, detta appunto "in fasciola. Durante il cammino sulla via Appia, incontrò Gesù che portava con sé la sua croce e Pietro gli chiese: "Domine, quo vadis?" (Signore, dove vai?), questi rispose: "Vado a Roma per farmi crocifiggere un'altra volta". Una tale risposta colpì profondamente l’apostolo il quale comprese che il suo posto era a Roma, con gli altri cristiani, e che doveva andare lì per confermare la sua fede e quella dei suoi seguaci. Lungo la Via Appia, nei pressi delle catacombe di San Callisto, si trova oggi la piccola chiesa del "Domine quo vadis", che ricorda l'evento.
Catturato nuovamente dai soldati dell'imperatore venne crocifisso, secondo la tradizione trasmessa da Girolamo, Tertulliano, Eusebio e Origene, a testa in giù per sua stessa richiesta fra il 64, anno dell'incendio di Roma e dell'inizio della persecuzione anti-cristiana di Nerone, e il 67, benché l'autenticità di tale evento sia ancora oggi fonte di grande dibattito fra gli studiosi della Bibbia.
La cosiddetta tomba di Pietro è attualmente ubicata nelle Grotte Vaticane, in corrispondenza dell'altare della Basilica di San Pietro. Nessuna chiesa, a eccezione di quella romana, ha mai vantato la presenza della sepoltura del santo.
Vi sono due tradizioni diverse sul luogo della sepoltura di San Pietro. Secondo la vecchia e più diffusa tradizione il corpo del martire sarebbe stato sepolto in un terreno , lungo la Via Cornelia, una strada ben conosciuta (analogamente, San Paolo sarebbe stato sepolto lungo la Via Ostiense). La tomba vera e propria sembra essere stata una cripta sotterranea, raggiungibile dalla strada attraverso una scalinata; il corpo riposava in un sarcofago di pietra posto al centro di detta cripta.
La tomba di Pietro, così come quella di Paolo, fu immediatamente oggetto di pellegrinaggio; negli Atti di numerosi martiri è stata ritrovata la testimonianza della loro cattura mentre pregavano sulle tombe degli Apostoli. Per due secoli le reliquie dei due Apostoli rimasero in queste tombe senza essere trafugate, poiché il rispetto da parte dei Romani verso ogni luogo dove erano sepolti dei morti le preservò da qualsiasi pericolo di sacrilegio.
Nell'anno 258 d.c. quando l'Impero avviò una campagna di persecuzioni contro i cristiani, fu necessario spostare le sacre reliquie allo scopo di preservarle da possibili oltraggi. Furono traslate segretamente, di notte, e nascoste nelle Catacombe di San Sebastiano; probabilmente poche persone furono al corrente del loro spostamento: la maggior parte dei cristiani dell'Urbe continuò a pensare che essi riposassero ancora nelle tombe originarie. Quando la persecuzione divenne meno feroce, le reliquie di San Paolo furono riportate alla Via Ostiense, mentre quelle di San Pietro furono trasferite al colle Vaticano.
Secondo la tesi dell’epigrafista Margherita Guarducci , che pare più coerente alla realtà, dopo il martirio, il corpo di Pietro fu sepolto dai cristiani in una tomba terragna adiacente al Circo di Nerone, della quale gli stessi cristiani conservarono la memoria gelosamente, ancorché segretamente. Verso il 160 d.c. fu costruita vicino al sacello una piccola edicola, detta "edicola di Gaio", contenente un loculo marmoreo, che indicava il punto in cui, sotto terra, erano conservate le spoglie di San Pietro. Da allora in poi, il loculo non fu mai più aperto, venendo progressivamente inglobato e ricoperto da tutte le costruzioni successive: monumento costantiniano, antica basilica sempre costantiniana e basilica attuale di San Pietro, fatta edificare da Papa Giulio II.
Infatti la prima Basilica di San Pietro in Vaticano (costruita dall'imperatore Costantino I nel IV secolo e consacrata da papa Silvestro I nel 326 d.c.) fu progettata in modo che il punto esatto della tomba di Pietro coincidesse con il sottosuolo dell'altare maggiore, e successivamente in tutte le fasi di ricostruzioni successive, ne venne conservato l'orientamento.

 

di Pennica Calogero Antonio
e Chiapparo Vincenzo

 

Tota Pulchra: Associazione per la promozione sociale

Sede Legale: via della Paglia 15 - Roma (RM)   —   C.F.: 97939900581

IBAN: IT11 B031 2403 2170 0000 0233 966   —   Codice BIC: BAFUITRRXXX

 

Telegram
Facebook
Instagram
LinkedIn
Youtube