Il Salotto Letterario Tevere è uno spazio di incontro tra le diverse “Ars”, la poesia in primis, la letteratura e l’arte figurativa. Senza tralasciare la filosofia, la madre di tutte quante. Il Salotto è stato fondato da Paolo DT Rutili e dalla artista modenese Carlotta Ghirardini, mentre il nome, oltre al fiume che attraversa la città, si deve alla via dove hanno luogo gli incontri. Il 29 del corrente mese, la docente dell’Università di Genova per la lingua portoghese e traduttrice di numerosi opere di importanti autori portoghesi e brasiliani, Amina Di Munno, ha esposto in modo eloquente il suo importante lavoro sul celebre Fernando Pessoa, alla ricerca delle sue fonti. Ha così esposto ai partecipanti le bozze originali, anche quelle scritte a mano, che mettono in risalto tutto il loro disordine con correzioni, cancellature e riscritture dei diversi brani e poesie. La partenza è dalle origini, la sua infanzia in Sudafrica, in seguito trasformato nel “Pessoa inglese” e i diversi passaggi fondamentali della sua vita e del suo pensiero. Sempre però legato alle sue origini portoghesi, al fiume “Tajo” più volte nominato, diviso tra o 2 oceani , quello indiano e quello atlantico.

Con gli interventi dell’intellettuale Marco Ghitarrari, già presidente del “Premio internazionale Cattedrali Letterarie Europee” e del poeta-giornalista Umberto Bianchi si completa il quadro di una personalità eclettica. Così si sfocia nel pensiero di Pessoa, la sua particolare visione di Dio, il nichilismo riflesso dell’uomo visto come una nave senza un porto dove approdare, manca secondo l’autore il senso alla vita. Eppure non nega Dio, non riesce a spiegarlo, ma il suo riferimento è costante. Riafferma il fatto che non è sicuro di quello che sarà il domani. Il suo pessimismo però è alla ricerca della spiritualità. Qui Maria Federico, presidente della associazione “Il mondo di Damarete”, propone un confronto tra Pessoa e Pirandello: la differenza tra i due, secondo lei, è che al primo manca l’ironia.

L’inquietudine di Pessoa, la cornice della riunione, viene dalla solitudine nella società che lo circonda. Si aggiunga il fatto che dava fastidio politicamente. Il suo tempo in Portogallo è assai travagliato.

In conclusione rimangono due frasi che rimangono impresse nelle menti dei partecipanti: in amore chi sente molto tace, e “l'assenza di Dio è essa stessa un Dio”.

Alla presentazione del noto poeta e scrittore portoghese segue un acceso dibattito , anche filosofico tout court, per poi cedere spazio alla letteratura russa, introdotta dalla co-fondatrice del “Premio internazionale Pushkin in Italia” Yulia Bazarova, ottocentesca, nelle parole d’amore di Lermontov, e moderna, in quelle sulla poetessa Akhmatova, arricchita dalle sue vicissitudini, passando per alcuni cenni su un altro autore non meno noto: Majakhovskj.

Si conclude la lunga riunione virtuale con gli auguri in prossimità delle festività pasquali.

 

di Paolo Dragonetti de Torres Rutili

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