La 51esima Giornata della Terra, quest’anno si ricorda con lo slogan ‘Restore Our Earth’, dietro la spesa per i progetti di mitigazione climatica si cela la necessità di sostenere il settore agricolo, scelta fondamentale per la nostra economia. Gli agricoltori sono i migliori amici della natura e vorrebbero produrre in maniera sostenibile.

Il cambiamento climatico sta arrecando seri danni all’agricoltura e gli scienziati non prevedono miglioramenti: purtroppo, in futuro il trend sarà sempre più negativo.

Il riscaldamento globale non si ferma e l’Italia non si adegua all’emergenza in atto.

Rinominare il ministero dell’Ambiente come “della Transizione ecologica” è insufficiente, se poi non si produce alcun effetto, anche nelle relazioni estere.

Al di là dei cataclismi che ci sono stati con i rischi connessi, l’appello del Papa alla transizione ecologica integrale non appare recepito da chi si ostina ad inquinare con i suoi processi produttivi insostenibili e disumani che causano le elevate emissioni di CO2 in atmosfera.

Chi tende a guardare solo il nostro Paese rispetto l’emergenza climatica, commette un errore imperdonabile: la terra non è un sistema chiuso e l’inquinamento prodotto da altri Paesi ci riguarda quanto il nostro. Anzi, forse di più dal momento che i continenti in cui si registrano le più elevate emissioni di Co2 sono: l’Asia e l’America. Il clima è un sistema globalizzato e le varie conferenze non sono riuscite ad ottenere i risultati desiderati e sperati.

L’inquinamento atmosferico è tornato ai livelli precedenti al COVID-19 ed è la Cina a vantare ancora il primato dell’insostenibilità, a seguire gli Stati Uniti.

È inutile impegnarsi in Italia contro il cambiamento climatico se poi nemmeno si propongono dei freni a questi Paesi con cui siamo strettamente in contatto.

Le lobby ambientaliste, in particolare Friday for the future di Greta e Greenpeace sono riuscite a mobilitare milioni di persone ma non a trasformare i processi produttivi delle industrie.

Inutile focalizzarci e specializzarci troppo sugli effetti del cambiamento climatico, bisognerebbe concentrarci invece sulle cause che vogliono distruggere la nostra casa comune per il loro maledetto profitto.

 

di Paolo Marraffa

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